Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Poiana e i suoi fratelli Pennacchi: «Le mie gag sui tic del Nordest»
Il nuovo libro (edizioni People) dell’attore padovano
Ne ha fatto di strada Andrea Pennacchi, che da autore-attore di nicchia per intenditori ha conquistato il pubblico televisivo grazie a «Propaganda live», la trasmissione in onda il venerdì sera su La7, condotta da Zoro (Diego Bianchi). Poiana, il personaggio leghista sovranista creato dall’artista padovano, spopola anche sul web dove i suoi monologhi hanno collezionato sette milioni di visualizzazioni. E ora è stato pubblicato da People, casa editrice di Giuseppe Civati, un suo libro con la prefazione di
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Humor
Ero convinto che avrei litigato con leghisti e meridionali, invece ho ricevuto messaggi di consenso da Nord a Sud
Natalino Balasso, Poiana e i suoi fratelli. In copertina un ritratto-caricatura, opera del vignettista Makkox (Marco Dambrosio). «Oltre che un amico, Balasso è il mio “padrino” - spiega Pennacchi -. Da lui ho imparato a dare vita a tipi umani che incarnano vizi e tic della nostra società. Cerco di capire la rabbia, la furia, e la analizzo: se sai guardare, il grottesco è già nella realtà che ci circonda».
Uscito per il momento in formato e-book, il libro ha già fatto registrare un boom di vendite nel settore humor. Poiana, tipico abitante del Poianistan, la regione dove vive, si colloca a buon diritto nella tradizione veneta della Commedia dell’arte con le sue maschere e la capacità di fotografare col sorriso, ma in maniera incisiva, la società. «Ero convinto che avrei litigato con i leghisti e che sarei stato insultato dai meridionali, invece ho ricevuto messaggi e telefonate di consenso da Nord a Sud; ho centrato l’obiettivo: costringere le persone a guardarsi allo specchio».
Poiana è nato da un adattamento di Le allegri comari di Windsor di Shakespeare ambientato nella provincia veneta, e precisamente dal personaggio del signor Ford. La celebrità arriva col video del monologo This is Racism Ciao Terroni - (Quando i neri erano meridionali, ovvero: l’ultimo è il più terrone di tutti), scritto da Marco Giacosa, giornalista e scrittore torinese. «Mi è venuto facile interpretare quell’avido padroncino del Nordest ossessionato da i schei e dal suo dichiarato razzismo, che manifesta senza remore le sue opinioni impregnate di pregiudizi. I suoi “fratelli” che compaiono nel libro (un ex bouncer, un rinomato derattizzatore, il sosia di Walter E. Kurtz di Apocalypse Now e molti altri) vedono la luce all’indomani del primo aprile 2014, quando in un capanón di Casale di Scodosia viene rinvenuto un Tanko, una macchina movimento terra blindata, con un piccolo cannone in torretta». Ma Pennacchi si muove con sensibilità anche sul terreno drammatico, come ha fatto con successo con Da qui alla luna, la pièce dedicata alla tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 ha abbattuto nel Nordest milioni di alberi e le cui ferite sono ancora aperte.
Al suo fianco sul palco l’inseparabile musicista Giorgio Gobbo. Con lui l’attore ha di recente portato in tournée la sua ultima creazione, Mio padre: appunti sulla guerra civile, per il quale il chitarrista ha creato un nuovo repertorio di canzoni degli anni Quaranta, canti partigiani e musica contemporanea. «Da qui, dall’epopea partigiana, sono partito – aggiunge Pennacchi – per accostarmi al poema epico per eccellenza, l’iliade. Sto lavorando a una versione che sarà trasmessa in streaming tra un paio di settimane dal Teatro Stabile del Veneto. Ci saranno come sempre le musiche di Giorgio e questa volta le illustrazioni di Vittorio Bustaffa. Per il cinema, invece, ho in cantiere un progetto con Andrea Segre per un film ambientato a Venezia, per raccontare questa città bella e fragile».