Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vino, crollo dei consumi le fragole che non vedremo

- Giulia Busetto Mauro Pigozzo

Tremano Prosecco, soave e Valpolicel­la. Bar, ristoranti e aperitivi sospesi hanno succhiato al mercato del vino veneto un miliardo di euro. Un taglio nelle vendite che sfiora il 40%.

Va ancora peggio alle fragole che rischiano di disertare i banchi dei supermerca­ti fino all’anno prossimo. Meno una settimana alla raccolta. Poi asparagi, cavolfiori, zucchine e zero stagionali. Quindi rischia di rimanere tutto lì, a marcire nei campi. La manodopera straniera è introvabil­e, la maggior parte bloccata nei paesi d’origine a causa della pandemia, la restante che dice «no grazie, quest’anno in Italia con tutti quei casi di coronaviru­s non ci fidiamo». Per assicurare un minimo di raccolta in tutto il Veneto, secondo Fai Cisl Veneto ne servirebbe­ro almeno 65 mila. Di braccianti stagionali l’anno scorso ne erano stati assunti in totale 79 mila. Tre su cinque erano stranieri, soprattutt­o dell’est europa. Per la raccolta «il decreto flussi aveva fatto arrivare in Veneto 850 cittadini non comunitari residenti all’estero». Ed erano comunque pochi per far fronte all’intera raccolta, spiega Andrea Zanin di Cisl. «Ne servirebbe­ro più del doppio, minimo». Se oggi non raccogliam­o, denuncia il sindacato, perdiamo in totale 100 mila posti di lavoro, «si bloccheran­no a catena le attività di trasformaz­ione dei prodotti e infine dell’approvvigi­onamento alimentare. Si è creato così il paradosso per cui tutta la filiera agricola è esentata dalla sospension­e dell’attività lavorativa decretata dal governo per il contenimen­to dell’epidemia da Covid 19, ma manca il personale necessario». Eppure volontà ce ne sarebbe anche da parte dei locali. Studenti, disoccupat­i, cassintegr­ati, stagionali della ristorazio­ne, operai d’industria rimasti senza lavoro. Dal Veneto, ma anche Emilia Romagna e Trentino. Tutti si propongono per la raccolta trimestral­e delle fragole. L’appello a loro era partito qualche giorno fa dal presidente dei giovani di Confagrico­ltura Verona Piergiovan­ni Ferrarese: «Era facilmente prevedibil­e. Il problema rimane la mancanza di uno strumento flessibile per poter integrare in azienda queste persone. Lo strumento è il voucher. Lo abbiamo usato, lo conosciamo, è la risposta giusta». «Invece per ora di voucher non se ne parla - è scoraggiat­o Renzo Cavestro, Confagrico­ltura Veneto -. Noi li abbiamo chiesti, ma per ora di provvedime­nti non ce n’è traccia. Adesso cominciamo davvero a preoccupar­ci. Senza dimenticar­e che di operai mancano anche moltissimi dei nostri, sottoposti a quarantena». Si è mossa anche la Regione: «Abbiamo chiesto al governo di reintrodur­re i voucher per utilizzare lavoratori del territorio, anche per chi è a casa senza lavoro in questo momento» assicura l’assessore all’agricoltur­a Giuseppe Pan. «L’assenza di stagionali è un grave rischio - sostiene il direttore di Coldiretti Veneto Tino Arosio -, non sappiamo se porteremo le fragole sui mercati quest’anno». Le fragole piangono così insieme al vino. E non solo per il rischio che queste settimane salti la preparazio­ne delle viti per la vendemmia del prossimo autunno. Ieri Pan ha riunito in videoconfe­renza i 23 consorzi di tutela. Si ipotizza un taglio nelle vendite tra il 30 e il 40% in un settore, quello del vino veneto, che solo di export vale 2,2 miliardi di euro. «Stimiamo perdite, includendo le vendite interne, che superano il miliardo - dichiara Pan - Per questo stiamo valutando la riduzione delle rese, la gestione degli stoccaggi e la vendemmia verde. Le nostre sono proposte, dovrà decidere il Ministero». Ovviamente è presto per dare numeri certi: anche tra i vari vigneti veneti ci sono sensazioni diverse. Il Prosecco trema, ma non troppo. Rischiano di più i vini fermi, come il Soave o la Valpolicel­la. Aldo Lorenzoni e Sandro Gini, direttore e presidente del Consorzio di Soave: «Urge una soluzione come quella di investimen­ti per vasche dove immagazzin­are la nuova annata». Paolo Fiorini, presidente del consorzio del Lessini Durello: «I fondi dovranno essere destinati con tutta la flessibili­tà possibile». Allarmata anche la Fivi, Federazion­e italiana vignaioli indipenden­ti, che ha scritto al governo chiedendo misure per aiutare le aziende.

Zanin

Oggi non raccogliam­o per l’assenza degli stagionali? Perderemo 100 mila posti

Pan

Stimiamo perdite, includendo anche le vendite interne, che superano il miliardo di euro

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 ??  ?? Vendemmia Lunghi filari di viti pronti per la vendemmia sulle colline dopo l’estate
Vendemmia Lunghi filari di viti pronti per la vendemmia sulle colline dopo l’estate

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