Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Poggi: «In Cina sta ripartendo la scuola calcio»
Poggi, referente dei progetti esteri del Venezia, racconta la sua esperienza
«I cinesi ne stanno uscendo ora, con un isolamento totale: a Wuhan l’esercito passava a portare il cibo». Paolo Poggi, referente dei progetti internazionali del Venezia calcio, racconta la «sua» Cina.
Paolo Poggi, come sta vivendo questi giorni?
«Bisogna essere forti, soprattutto chi ha figli. In famiglia per fortuna stiamo bene e siamo tutti uniti per superare questa emergenza che ha sconvolto non solo le nostre abitudini e il nostro Paese, ma tutto il mondo».
Lei è il responsabile dei progetti internazionali del Venezia. E come tale è stato in Cina molte volte...
«E dovevo andarci anche nei prossimi giorni, ma i viaggi per Suzhou e Shanghai sono stati ovviamente annullati, così come quello per il Vietnam. Tutto fermo, in attesa che si capiscano le nuove date e l’organizzazione di ciò che abbiamo messo in piedi. Spero di tornarci presto».
Cosa le hanno detto i suoi contatti relativamente alla situazione in Cina?
«A Suzhou e a Shanghai la vita sta riprendendo in maniera normale ma non saprei dire se possa essere considerata tale relativamente almeno ai nostri parametri».
Ci può fare qualche esempio in proposito?
«Sono riprese le partitelle, sta ricominciando l’attività delle scuole calcio che seguiamo. Ci sono ancora limitazioni, da quanto ci raccontano i nostri contatti in Cina. Tutti, ad esempio, devono girare con la mascherina».
C’è qualche episodio specifico che l’ha colpita, in questo periodo, dai racconti dei suoi interlocutori cinesi?
«Sì, mi ha colpito molto il racconto di un nostro amico di Wuhan. Lì non sono ancora fuori del tutto dall’epidemia e hanno vissuto una quarantena in isolamento totale. Porte sigillate, non si poteva uscire di casa. L’esercito portava da mangiare a cadenze regolari, praticamente erano murati vivi nella propria residenza».
Poggi, secondo lei si tornerà a giocare a calcio nell’attuale stagione?
«E chi può dirlo? Quello che mi pare irrispettoso adesso è parlare di date, ipotizzare, fare supposizioni su quando si riprenderà. Stiamo vivendo una pandemia di cui nessuno conosce gli sviluppi e di cui sappiamo ancora poco».
C’è qualcosa che la conforta in questo momento?
«Sì, il fatto che la Cina ne stia uscendo: e sentirlo dire dai diretti interessati poi fa ancora più effetto».
Lei ha due figli: come affrontano il periodo?
«Il primogenito studia all’università e sta lavorando su diversi progetti da casa, mia figlia fa danza via skype. Entrambi si impegnano nei rispettivi ruoli e in famiglia godiamo di una buona armonia. Sì, sotto questo punto di vista sono sereno».
” Paolo Poggi
A Wuhan ho amici, sono rimasti in isolamento totale: porte sigillate e l’esercito a portare il cibo