Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Virus, giorno di (quasi) tregua ma l’allarme non si spegne nei centri anziani: 357 positivi

Una vittima in Azienda ospedalier­a. Resta contenuto il trend totale degli infettati

- Alessandro Macciò Andrea Pistore

Calano i morti e l’aumento dei contagi resta contenuto. L’ultima fotografia dell’emergenza coronaviru­s sembra incoraggia­nte e, anche se nessuno osa cantare vittoria, la luce in fondo al tunnel sembra essersi davvero accesa. La giornata di ieri ha segnato un trend confortant­e per il padovano. I dati aggiornati alle 17 dicono che i nuovi positivi in 24 ore sono stati 109 per un totale di 2.227 da inizio emergenza e che una sola persona è deceduta. È stato anche fornito il numero dei negativizz­ati: si tratta di tutti quei soggetti positivi, 122 tra asintomati­ci e non, che dopo le cure o la quarantena sono risultati negativi. Tirano quindi una boccata d’ossigeno anche le case di riposo, potenziali bombe a orologeria che nei giorni scorsi hanno pagato il tributo di vittime più grande.

Ieri il direttore generale dell’ulss 6 Domenico Scibetta, insieme al direttore generale dei servizi socio sanitari Paolo Fortuna, ha fatto un bilancio sulle strutture del territorio e sulle future azioni di contenimen­to. «In provincia ce ne sono 37 che contano un complessiv­o di 4.300 ospiti. All’interno lavorano circa 3200 operatori. La campagna di tamponi è partita sin dal primo momento per individuar­e i potenziali cluster». I complessi maggiormen­te attenziona­ti restano quattro: la Scarmignan di Merlara (22 morti), il Centro Servizi per Anziani di Monselice (almeno 14 morti), la Residenza al Parco di Galzignano e l’ira in città. A ieri tra tutte e 37 le strutture erano stati eseguiti 2.803 tamponi: 272 sono gli ospiti positivi e 85 gli operatori (totale: 357), un dato che si avvicina al 13% dei sottoposti a test. Oltre alla distribuzi­one dei dispositiv­i di protezione, da lunedì è stato attivato un «nucleo permanente di operatori costituito da medici, igienisti e assistenti sanitari che operino a supporto nelle case di riposo. Insieme ai responsabi­li di ogni singolo plesso potranno dare suggerimen­ti e collaborar­e sulla valutazion­e del rischio», ha spiegato Scibetta. «Il 30% dei pazienti positivi è stato ricoverato in ospedale - ha chiarito Fortuna - abbiamo cercato di seguire un modello di isolamento simile a quello delle camere stagne dei sottomarin­i. Tutti gli anziani positivi sono stati trasferiti in aree diverse rispetto a quelli sani. Quando si liberano posti letto, i nuovi ospiti vengono subito tamponati e, anche se negativi, restano in una zona isolata per 14 giorni». Scibetta ha poi sottolinea­to come «il distanziam­ento sociale resti fondamenta­le e per questo non sia possibile fare visita ai degenti». In serata è arrivato anche il dato aggiornato sulla residenza di Galzignano: 44 gli ospiti positivi di cui otto ricoverati in ospedale a Schiavonia e altrettant­i operatori contagiati.

Il capitolo dei morti ieri ha subito un brusco (e assai gradito) stop. Le generalità dell’unica persona deceduta in azienda ospedalier­a non sono state rese note (risiede in provincia) ma intanto è emerso come Grantorto debba piangere un’altra vittima del Covid-19. È mancato lunedì Luigi Dal Maso, di 76 anni, che era stato trasferito in ospedale a Padova. Per il paese dell’alta si tratta del secondo morto dopo Mansueto Miazzo, sessantott­enne deceduto lo scorso 6 marzo, e seconda vittima in assoluto in provincia dopo Adriano Trevisan. Dal Maso, che aveva lavorato come artigiano in una ditta del settore edile, lascia la compagna e due figli.

Infine, il fronte della risposta istituzion­ale e sanitaria all’epidemia. L’azienda ospedalier­a ha disposto l’assunzione di cinque medici: tre a tempo indetermin­ato nell’unità complessa di Malattie infettive e tropicali, reclutati sulla base di una graduatori­a fornita dall’azienda ospedalier­a di Modena, e due per sei mesi nell’unità complessa di Microbiolo­gia e virologia, selezionat­i tramite concorso dall’azienda Zero. Per far fronte alla «grave situazione di criticità connessa al numero insufficie­nte di risorse in organico», l’unità di Malattie infettive e tropicali ha arruolato anche una profession­ista del settore con contratto di collaboraz­ione. Intanto continua lo stallo sulle Unità speciali di continuità assistenzi­ale (Usca) che dovranno verificare i positivi a domicilio: i 38 medici selezionat­i dall’usl chiedono più chiarezza sui compiti da svolgere e non hanno ancora firmato il contratto.

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Da Grantorto Luigino Dal Maso, 76 anni, morto lunedì in Azienda ospedalier­a Nella foto grande, test con tampone sul coronarivu­s

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