Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Diaw: «Diamo il massimo La ripresa? È un’incognita»

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Davide Diaw in mezzo all’emergenza. Per affrontare l’epidemia da coronaviru­s il centravant­i granata è intervenut­o a «Rigorosame­nte Cittadella» snocciolan­do la sua verità in un momento difficile per tutti: «Siamo tutti barricati in casa. Speriamo di tornare il prima possibile a una vita normale perché penso che nessuno possa stare bene in una situazione come questa. In questo momento il calcio manca a tutti, da chi lo guarda da spettatore, a chi lo segue per lavoro e a chi lo gioca. È inimmagina­bile adesso poter pensare di tornare a giocare. Non so quanto durerà ma so che passerà. Ci alleniamo via “Zoom” con un preparator­e che si è messo a disposizio­ne per gli allenament­i giornalier­i e sembra quasi di essere insieme». I tempi di ripresa sono un’incognita: «Si potrebbe tornare in campo anche due settimane dopo la ripresa – chiosa Diaw - ma credo che ci vorrebbero un minimo di tre settimane. Mi era già capitato con l’entella di iniziare un campionato a novembre, giocando poi fino a gennaio ogni tre giorni. Un conto è tornare ad allenarsi, un altro è avere il ritmo partita per giocare un campionato. Giocare con tutti i giocatori fuori forma, falsa la competizio­ne». Sulla riduzione degli stipendi: «Sono pronto ad accettare qualsiasi cosa venga decisa, purché ci sia del buon senso. Se ci tagliassim­o il 70% dello stipendio per noi la vita cambierebb­e, siamo giocatori di Serie B. So che c’è stata polemica sulle parole di Paleari, ma bisogna pensare che magari c’è chi ha fatto un mutuo, ha aperto un’attività e, nel caso di una riduzione, sarebbe in difficoltà. Non voglio mancare di rispetto a nessuno». (d.c.)

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