Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sistema camerale e Veneto Sviluppo in campo per il credito
Denaro. Non importa neppure che sia molto purché subito e a basso costo, ovviamente in modo regolare e senza il rischio che un prestito ricevuto oggi possa diventare un problema domani. Quello che chiedono in questi giorni migliaia di piccole e micro aziende, professionisti e partite Iva è semplicemente questo perché gli aiuti che il governo ha accordato per decreto non saranno fulminei.
Così, il sistema delle Camere di commercio e la Regione cercano di definire strumenti e chiudere intese per garantire il più possibile gli erogatori, abbassare i tassi di interesse e sfruttare canali di finanza alternativa come il «social lending». «Sul piano nazionale – spiega il presidente di
Unioncamere Veneto, Mario Pozza – pensiamo di raccogliere risorse per cofinanziare il Fondo centrale di garanzia e poter elevare le garanzie stesse fino a quasi il 100», dunque una leva che dovrebbe mettere al riparo le banche anche in caso di affidamenti a soggetti dal rating non così brillante.
Un altro modo di venire incontro alle imprese è, ottenuto il credito, far fronte con fondi camerali al tasso di interesse. L’ipotesi è ottenere denaro a costo praticamente zero per un anno. Per quanto riguarda il «Social lending», via in Italia ancora poco praticata, il segretario generale di Unioncamere, Roberto Crosta, spiega che si prevede l’utilizzo di una piattaforma online in cui si possano incontrare domanda ed offerta di credito e capitale per le Pmi su circuiti extra bancari. Aprire le porte a privati con liquidità da prestare, cioè, «rappresenta una risposta concreta al credit crunch che ha investito le imprese e che avrà un ruolo sempre crescente anche nell’ottica di compensare parzialmente il minor supporto creditizio da parte del sistema bancario». La Regione Veneto, infine, ha ieri autorizzato Veneto Sviluppo ad applicare misure di sostegno alle imprese colpite dalla crisi con gli stessi accordi su sospensioni e proroghe di rate o canoni riconosciuti nell’accordo fra Abi e associazioni imprenditoriali.