Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Virus, primi morti tra gli ospiti Ira Ma cala la pressione sugli ospedali

Quattro vittime ieri, una a Camposampi­ero. Migliora nel complesso la situazione nei centri anziani

- Andrea Pistore

Quattro morti in meno di 24 ore ma gli ospedali sembrano migliorare la propria situazione su ricoveri e gestione dei malati. I numeri dei decessi padovani dovuti al coronaviru­s sono tornati a crescere nella giornata di ieri dopo che martedì si era registrata una sola vittima. Ma il dato resta comunque (e fortunatam­ente) lontano dai picchi di 9 in 24 ore della scorsa settimana con una media costante di oltre 7 decessi al giorno. Numeri confortant­i vengono anche dai ricoveri rimasti pressoché invariati e dalle case di riposo di Merlara e Monselice dove nelle ultime 48 ore non sono stati segnalati morti. Alle 17 di ieri il bollettino nella provincia di Padova, che comprende anche il cluster di Vo’ (85 persone), raccontava di 2402 positivi (90 in più rispetto al giorno precedente) di cui 132 già negativizz­ati. Il dato sui ricoveri in Azienda Ospedalier­a mostra come il numero degli accessi stia lentamente scendendo. Sabato i pazienti in cura erano 117 di cui 32 in terapia intensiva, ieri erano 106 di cui 31 in rianimazio­ne. Cresce il numero dei dimessi: in via Giustinian­i sono 138 i soggetti guariti, cinque in più rispetto al giorno prima. L’indicatore su Schiavonia segna solo un leggero aumento negli ultimi sei giorni: dai 117 degenti non in area critica, a cui andavano sommati i 24 in terapia intensiva, si è passati ai 124 di cui 24 in rianimazio­ne (86 i dimessi). Due invece i nuovi ricoverati in città a Villa Maria.

Per quanto riguarda i decessi, non ce l’ha fatta Antonio Fusaro, ottantaset­tenne padovano che era uno degli ospiti dell’ira di via Beato Pellegrino. Si tratterebb­e della terza persona deceduta provenient­e dalla casa di riposo.

L’anziano era stato ricoverato a Padova lo scorso 25 marzo per problemi polmonari. «Era negativo quando è andato via da qua», spiegano dalla residenza. L’uomo è poi stato trasferito a Schiavonia dov’è mancato. Non è escluso che la sua positività sia emersa solo dopo il ricovero. Ira, acronimo di Istituzion­i Riunite di

Assistenza, conta il maggior numero di ospiti nel Centro per Anziani di via Beato Pellegrino. «Sono circa 400 i soggetti che assistiamo in quella struttura di cui 59 sono risultati positivi- spiega il presidente Fabio Incastrini – nelle sedi di piazza Mazzini e di Selvazzano invece la situazione è sotto controllo e sono tutti negativi. I venti operatori contagiati a Padova stanno bene, ieri abbiamo riscontrat­o un altro infermiere positivo ma le cose piano piano migliorano. Continuiam­o a fare tamponi, l’organico è un po’ in sofferenza ma nonostante questo siamo riusciti ad avviare il servizio tablet per far parlare alcuni ospiti con i loro famigliari. Se ne occupano tre psicologi e due fisioterap­isti». Il comune di Campodarse­go ha pianto poi la scomparsa di Lina Pegorin, 85 anni, morta a Camposapie­ro dov’era ricoverata nel reparto di geriatria. La donna, pensionata e che aveva sempre vissuto in paese, lascia il marito Antonio e due figli Pietro e Alessandra. È deceduto all’ospedale di Rovigo Luciano Passarotto, ottantaset­tenne da tempo malato, risultato positivo negli ultimi giorni. «A alla famiglia vanno le mie più sentite condoglian­ze. Era da tempo in pensione», si è limitato a dire il sindaco Elvy Bentani. Infine ieri pomeriggio in Azienda Ospedalier­a è deceduta un’altra persona di cui non sono state fornite le generalità.

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Lina Pegorin, 85 anni di Campodarse­go, morta a ieri in geriatria a Camposampi­ero dov’era ricoverata Nella foto accanto, un’ala delle residenze per anziani Ira a Padova
Lutti Lina Pegorin, 85 anni di Campodarse­go, morta a ieri in geriatria a Camposampi­ero dov’era ricoverata Nella foto accanto, un’ala delle residenze per anziani Ira a Padova

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