Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tavolini pieni, poche code nei negozi il commercio riapre a due velocità

Ascom: l’80% di nuovo in attività. Le difficoltà di bar e ristoranti. Ikea già con 2500 clienti in un giorno

- Alessandro Macciò

bancone di Graziati e ha comprato un cappello da Zin & De Lucia: «Ho trovato tutta la tempra della nostra città, tanta voglia di rialzarsi e non mollare, prudenza e rispetto delle nuove regole», commenta Giordani. A dire il vero di prudenza, a giudicare da certe scene pomeridian­e intorno ai tavoli dei bar, s’è cominciato a vederne pochina. Ad ogni modo: nel Padovano, comprese quelle che avevano già riaperto nelle scorse settimane, l’ascom conta circa 15 mila attività operative, cioè l’80% del totale.

I ritmi dei negozi

Guanti, mascherine e avvisi sul coronaviru­s a parte, ieri Padova ha vissuto un lunedì nel segno del ritorno alla normalità, anche se con ritmi diversi dal solito per i negozi al dettaglio in centro. Per fare due esempi, il punto vendita Longo calzature di via Zabarella ha eliminato la chiusura al lunedì mattina e la pausa pranzo per ripartire subito e ricevere più clienti, mentre il maxi-store Coin di via Altinate ha ridotto l’orario e quindi ieri ha posticipat­o l’apertura dalle 9.30 alle 15. Dal Listòn a via Roma, la maggior parte dei grandi marchi ha risposto presente, e per gli altri la ripartenza è solo rimandata (il punto vendita Foot Locker di piazza Garibaldi ad esempio tornerà operativo da domani). «Gente in strada ce n’è, e questo deve essere lo stimolo per convincere i commercian­ti che stanno temporeggi­ando a ripartire - commenta Patrizio Bertin, presidente di Confcommer­cio Veneto e Ascom Padova -. Aprire senza clienti sarebbe frustrante, invece vedere che la gente prende coraggio e comincia a muoversi è una buona motivazion­e per riaprire». Bertin ammette che «con le distanze imposte, una parte dei dipendenti non servirà più. I primi che pagheranno questo scotto saranno i nostri collaborat­ori, li terremo in cassa integrazio­ne il più possibile per non abbandonar­e nessuno in questa situazione drammatica». Bertin infine chiede una revisione sull’inail e regole chiare, perché «c’è gente che ha già speso soldi per mettere il plexiglass e altri tipi di protezione che magari non rientrano nel decreto».

I locali che non riaprono

Situazione più variegata per quanto riguarda bar e ristoranti. Alcuni locali, come il

Caffè Veneto e il bar Righetto di via Roma e la pizzeria Da Pino di riviera Ponti Romani, sono chiusi fino a data da destinarsi; la pizzeria Vecchia Padova di via Zabarella riapre oggi, il Caffè Patavium di piazza della Frutta domani, la Gourmetter­ia di via Zabarella giovedì, il ristorante cinese Shanghai di via Marsala «tra una settimana». Ieri in compenso i clienti sono tornati a riempire diversi plateatici, come quelli della gelateria Venchi,

del Caffeine e del bar Otium in via Roma, della locanda Peccatorum in ghetto e del caffè Goppion in piazza delle Erbe. «La percentual­e di riaperture per i locali prevista al 70% non c’è ancora perché alcune attività dovevano ancora richiamare i dipendenti o procurarsi le materie prime, ma ci arriveremo in settimana - commenta Filippo Segato, presidente di Appe Padova -. In mattinata abbiamo ricevuto centinaia di telefonate che hanno mandato in tilt il centralino».

Ieri, intanto, la voglia di ripartire si è fatta sentire anche nei grandi punti vendita come l’ikea, dove ieri il parcheggio era pieno e il personale ha registrato circa 2.500 ingressi in giornata: «Molti clienti - dice il direttore Alessandro Gallabotti - hanno progettato i loro acquisti da remoto negli ultimi due mesi, quindi sono venuti subito per toccare i mobili con mano e concludere l’acquisto. Siamo ripartiti con l’organico al completo, per ora restano chiusi solo l’area bimbi, il bar e il ristorante self service». I numeri del colosso

Ho trovato tutta la tempra della nostra città, tanta voglia di rialzarsi e non mollare

Le nuove regole costringon­o ancora molti dipendenti in cassa integrazio­ne

 ??  ?? Tanto movimento, poche code e tavolini affollati come ai vecchi tempi (almeno quelli disponibil­i). I padovani hanno risposto così al primo giorno di riapertura, che come prevedibil­e ha visto uno scenario a macchia di leopardo: serrande su per la maggior parte dei negozi e ancora giù per molti bar e ristoranti che hanno preferito rimandare l’appuntamen­to coi clienti di qualche giorno per mettere a punto gli ultimi dettagli e sfruttare il volano del weekend. Ieri mattina i negozianti del centro hanno ricevuto anche la visita del sindaco Sergio Giordani, che si è fatto tagliare i capelli dal barbiere, ha preso un caffè al
Tanto movimento, poche code e tavolini affollati come ai vecchi tempi (almeno quelli disponibil­i). I padovani hanno risposto così al primo giorno di riapertura, che come prevedibil­e ha visto uno scenario a macchia di leopardo: serrande su per la maggior parte dei negozi e ancora giù per molti bar e ristoranti che hanno preferito rimandare l’appuntamen­to coi clienti di qualche giorno per mettere a punto gli ultimi dettagli e sfruttare il volano del weekend. Ieri mattina i negozianti del centro hanno ricevuto anche la visita del sindaco Sergio Giordani, che si è fatto tagliare i capelli dal barbiere, ha preso un caffè al
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A sinistra, una coppia ieri pomeriggio a un tavolino di piazza delle Erbe. Sopra, una cliente dentro un negozio del centro storico. Per scarpe, abbigliame­nto e accessori, a parte poche eccezioni, hanno riaperto praticamen­te tutti
(Fossella/bergamasch­i) Voglia di normalità A sinistra, una coppia ieri pomeriggio a un tavolino di piazza delle Erbe. Sopra, una cliente dentro un negozio del centro storico. Per scarpe, abbigliame­nto e accessori, a parte poche eccezioni, hanno riaperto praticamen­te tutti
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Il sindaco Sergio Giordani ieri dal barbiere
Finalmente i capelli Il sindaco Sergio Giordani ieri dal barbiere

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