Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tavolini pieni, poche code nei negozi il commercio riapre a due velocità
Ascom: l’80% di nuovo in attività. Le difficoltà di bar e ristoranti. Ikea già con 2500 clienti in un giorno
bancone di Graziati e ha comprato un cappello da Zin & De Lucia: «Ho trovato tutta la tempra della nostra città, tanta voglia di rialzarsi e non mollare, prudenza e rispetto delle nuove regole», commenta Giordani. A dire il vero di prudenza, a giudicare da certe scene pomeridiane intorno ai tavoli dei bar, s’è cominciato a vederne pochina. Ad ogni modo: nel Padovano, comprese quelle che avevano già riaperto nelle scorse settimane, l’ascom conta circa 15 mila attività operative, cioè l’80% del totale.
I ritmi dei negozi
Guanti, mascherine e avvisi sul coronavirus a parte, ieri Padova ha vissuto un lunedì nel segno del ritorno alla normalità, anche se con ritmi diversi dal solito per i negozi al dettaglio in centro. Per fare due esempi, il punto vendita Longo calzature di via Zabarella ha eliminato la chiusura al lunedì mattina e la pausa pranzo per ripartire subito e ricevere più clienti, mentre il maxi-store Coin di via Altinate ha ridotto l’orario e quindi ieri ha posticipato l’apertura dalle 9.30 alle 15. Dal Listòn a via Roma, la maggior parte dei grandi marchi ha risposto presente, e per gli altri la ripartenza è solo rimandata (il punto vendita Foot Locker di piazza Garibaldi ad esempio tornerà operativo da domani). «Gente in strada ce n’è, e questo deve essere lo stimolo per convincere i commercianti che stanno temporeggiando a ripartire - commenta Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto e Ascom Padova -. Aprire senza clienti sarebbe frustrante, invece vedere che la gente prende coraggio e comincia a muoversi è una buona motivazione per riaprire». Bertin ammette che «con le distanze imposte, una parte dei dipendenti non servirà più. I primi che pagheranno questo scotto saranno i nostri collaboratori, li terremo in cassa integrazione il più possibile per non abbandonare nessuno in questa situazione drammatica». Bertin infine chiede una revisione sull’inail e regole chiare, perché «c’è gente che ha già speso soldi per mettere il plexiglass e altri tipi di protezione che magari non rientrano nel decreto».
I locali che non riaprono
Situazione più variegata per quanto riguarda bar e ristoranti. Alcuni locali, come il
Caffè Veneto e il bar Righetto di via Roma e la pizzeria Da Pino di riviera Ponti Romani, sono chiusi fino a data da destinarsi; la pizzeria Vecchia Padova di via Zabarella riapre oggi, il Caffè Patavium di piazza della Frutta domani, la Gourmetteria di via Zabarella giovedì, il ristorante cinese Shanghai di via Marsala «tra una settimana». Ieri in compenso i clienti sono tornati a riempire diversi plateatici, come quelli della gelateria Venchi,
del Caffeine e del bar Otium in via Roma, della locanda Peccatorum in ghetto e del caffè Goppion in piazza delle Erbe. «La percentuale di riaperture per i locali prevista al 70% non c’è ancora perché alcune attività dovevano ancora richiamare i dipendenti o procurarsi le materie prime, ma ci arriveremo in settimana - commenta Filippo Segato, presidente di Appe Padova -. In mattinata abbiamo ricevuto centinaia di telefonate che hanno mandato in tilt il centralino».
Ieri, intanto, la voglia di ripartire si è fatta sentire anche nei grandi punti vendita come l’ikea, dove ieri il parcheggio era pieno e il personale ha registrato circa 2.500 ingressi in giornata: «Molti clienti - dice il direttore Alessandro Gallabotti - hanno progettato i loro acquisti da remoto negli ultimi due mesi, quindi sono venuti subito per toccare i mobili con mano e concludere l’acquisto. Siamo ripartiti con l’organico al completo, per ora restano chiusi solo l’area bimbi, il bar e il ristorante self service». I numeri del colosso
Ho trovato tutta la tempra della nostra città, tanta voglia di rialzarsi e non mollare
Le nuove regole costringono ancora molti dipendenti in cassa integrazione