Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Centro congressi chance per Abano
In Italia turismo e cultura rappresentano quasi il 20% del Pil ma ad Abano Terme certamente molto di più. La cultura non è un accessorio del nostro quotidiano e credo che da lì, soprattutto nei territori turistici, bisogna cercare di ripartire. Nei giorni scorsi pare si sia stretto un accordo per la vendita del Centro Congressi di Abano Terme, ma forse c’è ancora una possibilità di intervenire.
Alcuni anni fa alcuni albergatori illuminati realizzano ad Abano Terme un Centro Congressi dove, per alcuni anni, vengono fatti congressi scientifici internazionali di grande livello. Un bel giorno Federfarma esclude la possibilità di organizzare congressi nelle zone termali e alla struttura restano solo i costi di gestione. I proprietari, consci di possedere un bene che potrebbe essere strategico per la città di Abano (6 sale, 700 posti, 2 teatri), offrono al Comune di acquistarlo ad un prezzo molto interessante: un milione e 250 mila euro. Hanno in mano anche un’offerta, per la stessa cifra, di una onlus nigeriana di ottima fama, la Watchman Catholic Charismatic Renewal Movement che si occupa, come la Caritas, dei propri concittadini. Ad una interrogazione della consigliera di opposizione Monica Lazzaretto della lista 35031, nel consiglio comunale del 23 dicembre scorso («Qual è la posizione del Comune?»), il sindaco Federico Barbierato risponde: «Non è nel programma di questa amministrazione acquisire quello spazio privato». E aggiunge: «Credere che il Comune possa sorbirsi questa operazione mi sembra abbastanza fuori luogo».
Era dicembre, dimentichiamo. Ora è un’altra epoca. Oggi è fuori dubbio che il Centro Congressi potrebbe essere un asset strategico per lo sviluppo e il rilancio del turismo termale. Sarebbe un grave errore che quella struttura diventasse di proprietà di un’organizzazione che, pur meritoria e degna della massima stima, non eserciterà certo un’attività funzionale alle politiche turistiche che, con tanta fatica, gli albergatori cercano di implementare in tutto il territorio. So per certo che alcuni imprenditori del settore stanno muovendosi e stanno confezionando un’offerta che sarà pronta nei prossimi giorni. Mi auguro che l’amministrazione comunale apra oggi stesso un dialogo con loro ma anche con commercianti, associazioni culturali e tutti i portatori di interesse per facilitare il dialogo con i proprietari dell’immobile perché le conseguenze che ci saranno, sia nella realtà che nell’immagine di Abano (e dell’intera zona termale), con il cambio di proprietà del Centro Congressi, possono essere sia un problema che un’opportunità per l’intera città. Potrebbe essere il momento perfetto per pensare ad un grande progetto di rilancio del centro della città termale che includa il Kursaal (di proprietà della Provincia e chiuso da anni) e il Centro Congressi. Sarebbe auspicabile che venisse riaperto subito il dialogo con l’orchestra da Camera di Padova e del Veneto, con il suo vicepresidente Paolo Giaretta, e capire se fosse ancora valida la disponibilità di gestire questo luogo che aveva manifestato a gennaio. La cifra richiesta per l’acquisto è abbordabile e, avendo anche l’interesse di imprenditori locali del turismo, non sarebbe certo una impresa impossibile costruire un progetto coinvolgendo Regione, Provincia, Camera di Commercio, Fondazioni bancarie, associazioni di albergatori, istituzioni culturali, per condividere una visione strategica per Abano e per evitare di snaturare la vocazione turistica della città mettendo al centro la cultura con concerti, mostre, incontri, proiezioni, creando occasioni di confronto sia per gli abitanti del territorio (vasto) che per i turisti. Oggi gli amministratori di Abano hanno una grande opportunità: dimostrare di avere visione, di saper dialogare con l’opposizione, di saper fare rete con le forze imprenditoriali e culturali (che ci sono) con l’obiettivo di creare benessere economico, sociale e psicologico, tracciando un segno forte per il futuro della città.