Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Col lockdown il Pm10 da auto è crollato»

- di Martina Zambon

Da fine febbraio a fine VENEZIA marzo ossidi di azoto ma anche le polveri sottili sono crollati. Merito del lockdown che ha confermato il ruolo delle auto nell’inquinamen­to dell’aria in rapporto alla media degli ultimi anni. Lo stabilisce uno studio di Arpav.

Si chiama «bianco». È un momento (più unico che raro) in cui si può sgombrare il tavolo dalle varianti (traffico, emissioni industrial­i e così via) per capire meglio come funziona l’inquinamen­to dell’aria. Il lockdown causato dal Covid-19 ha permesso ad Arpav di studiare il primo «bianco» e il risultato azzoppa definitiva­mente le teorie secondo cui il traffico sarebbe colpevole solo in modo residuale dei veleni che impregnano il bacino padano.

L’osservator­io Aria di Arpav diretto da Salvatore Patti ha incrociato i dati di modelli matematici e centraline: le emissioni dei veicoli quasi azzerate hanno fatto precipitar­e gli inquinanti. In primis gli ossidi d’azoto responsabi­li, fra le altre cose, di esacerbare le irritazion­i alle vie aeree. Scende di ben 10 punti percentual­i rispetto agli ultimi 3 anni anche il Pm10 nonostante il maggior contributo di polveri dai riscaldame­nti domestici. Lo studio va dal 23 febbraio al 31 marzo 2020 con tre diversi approcci: l’analisi delle concentraz­ioni degli inquinanti (Biossido di azoto, PM10, Monossido di azoto) misurate dalle stazioni di monitoragg­io dei capoluoghi di provincia; la stima delle variazioni delle emissioni inquinanti dei settori interessat­i dalle restrizion­i del lockdown e la valutazion­e delle concentraz­ioni stimate dai modelli matematici. Un’elaborazio­ne complessa cui ha contribuit­o anche il dipartimen­to di ingegneria dell’università di Padova. Veniamo ai numeri: si rileva una diminuzion­e delle emissioni da traffico dal 30 all’80%, a seconda del periodo del lockdown, per i veicoli leggeri sulle strade urbane ed extraurban­e, e un decremento dal 24 al 97% delle emissioni da aeroporti. In controtend­enza i dati sulle emissioni navali: solo il -16% a Venezia ma -42% a Chioggia. Sono cresciute, anche se di poco, le emissioni da riscaldame­nto domestico. Com’è cambiata l’aria quando vigeva #iostoacasa? A seconda delle province

” Marchesi Un’occasione di studio più unica che rara, ora analisi su luci e acque

” Patti

Lo studio veneto sarà usato nel progetto Ue Life Prepair e Pulvirus

si sono rilevate diminuzion­i dal 19% al 50% per il biossido di azoto e dal 22 al 32% per il Pm10 rispetto alla media degli anni 2016-2019. «Uno studio prezioso - spiega Patti che sarà utilizzato nel progetto europeo Life Prepair che valuta l’inquinamen­to dell’aria nel bacino padano e nel progetto nazionale Pulvirus su Covid e inquinamen­to dell’aria promosso da Istituto superiore di sanità, Enea, Ispra e Sistema nazionale delle agenzie». «Nessuno si augura debba succedere più - ragiona il direttore Arpav, Luca Marchesi - ma l’occasione per questo studio è stata più unica che rara e il risultato è chiaro. Le misure di contenimen­to del traffico veicolare sono importanti perché riducono gli ossidi d’azoto e le polveri sottili in modo molto consistent­e. Stiamo lavorando secondo lo stesso modello anche per l’inquinamen­to luminoso e le acque».

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