Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Movida, stop agli eccessi Polizia, vigilantes nei locali e drink solo a chi è seduto
Bar senza plateatico, eventi nei parchi ma a partire dal 15 giugno
Polizia, carabinieri e guardia di Finanza (ma anche Protezione civile e Croce rossa) nelle piazze già da ieri sera, steward all’esterno dei locali dalla prossima settimana e bar senza plateatico «delocalizzati» nei parchi da metà giugno. Tutto questo mentre il numero dei locali multati sale a due, e i baristi potranno servire solo i clienti seduti ai tavoli.
Dopo gli eccessi delle prime ore post-lockdown, la movida cambia pelle per convivere con il coronavirus: ieri il prefetto Renato Franceschelli ha incontrato il sindaco Sergio Giordani, l’assessore al Commercio Antonio Bressa, le forze dell’ordine e gli esercenti per fare il punto della situazione e concordare le prossime mosse. Franceschelli ritiene che «episodi come quelli di lunedì sera (gli assembramenti in piazza dei Signori, ndr) non debbano vanificare i sacrifici di tutta la comunità». E così il prefetto rivolge un appello ai giovani «affinché continuino a rispettare le regole, perché il pericolo del contagio non può certo dirsi scongiurato».
L’incontro in prefettura ha posto le basi per altre novità: «Lunedì prossimo - annuncia Filippo Segato, presidente dell’associazione pubblici esercizi (Appe) - avremo una riunione degli esercenti di piazza dei Signori per lanciare due iniziative: una è l’introduzione del servizio di addetti alla sorveglianza, quattro o cinque professionisti che mercoledì, venerdì e sabato sera potranno garantire sicurezza al di fuori dei locali, l’altra consiste nel favorire il servizio solo per la clientela seduta ai tavoli. Del resto il Comune ha consentito l’allargamento dei plateatici e dobbiamo trovare il modo di incentivare questo tipo di servizio». Ma c’è anche una terza opzione: «Tra le iniziative del Comune - prosegue Segato c’è anche quella di delocalizzare nelle aree verdi il servizio di quei locali che non hanno la possibilità di allestire o ampliare il plateatico, come tanti bar del Ghetto. Cercheremo di incentivare il loro posizionamento in zone periferiche, a partire dai Giardini dell’arena e altri parchi pubblici. Queste novità dovrebbero consentire di vivere un’estate positiva e una buona movida, nel rispetto dei residenti e delle buone prassi sanitarie».
L’obiettivo dell’appe, condiviso con Palazzo Moroni, sarebbe quello di favorire tante piccole iniziative diffuse sul territorio: «Ci stiamo lavorando, ma non è ancora il momento di questo tipo di manifestazioni ed eventi - afferma Bressa -. Almeno fino al 15 giugno le norme non le consentono, ed in ogni caso dobbiamo procedere gradualmente e con la necessaria prudenza. Intanto abbiamo escluso provvedimenti restrittivi di carattere generico per i locali, perché non è giusto che per le esagerazioni di qualcuno siano tutti a pagarne le conseguenze».
A proposito, dopo il bar Cento X Cento di piazza dei Signori, ieri è emerso che i vigili hanno multato anche il chiosco Tadi di riviera Mussato, dove alcuni clienti hanno dato vita a un altro assembramento. E il problema non riguarda solo la movida, come dimostra quanto avvenuto in una rosticceria etnica di via Tommaseo. La squadra amministrativa della questura e la polizia locale avevano fatto il primo blitz nel locale dieci giorni fa, rilevando che nessun parametro di sicurezza per il contenimento del coronavirus veniva rispettato. Clienti seduti vicini, senza mascherine e senza guanti, personale al lavoro senza protezioni, e cucina e impianto elettrico non a norma. Erano scattate multe e sanzioni, e i patti erano stati chiari: o si rispettano le norme o si chiude.
L’altro ieri gli agenti della questura e polizia locale sono tornati nella stessa rosticceria per un controllo e a quanto pare nulla era cambiato: tre persone sedute ai tavoli senza distanziamento e senza mascherina, e locale nelle stesse condizioni di 10 giorni fa. Ora il questore ha disposto la chiusura del locale per trenta giorni e la prima multa, da 400 euro, è stata raddoppiata.
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L’appello del prefetto Chiedo ai ragazzi di rispettare le regole Il pericolo di contagio non è scongiurato