Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pc e trasporti, il Bo finanzia gli studenti
Piano di sostegno da 13 milioni. Prevista anche una sim gratis per 48 mila iscritti
Uno sforzo senza precedenti. Piano straordinario dell’università per aiutare gli studenti ad affrontare i problemi economici e logistici generati dal coronavirus: ieri il cda di Ateneo ha approvato all’unanimità una maxi-manovra per il diritto allo studio da 13 milioni di euro. Tre le tipologie di agevolazioni: connettività (48 mila sim con 60 giga), sostegno al costo degli abbonamenti per i trasporti e degli affitti (le due spese non saranno cumulabili).
Uno sforzo senza precedenti, per ribadire con fermezza che «scienza e conoscenza saranno fondamentali nel rilancio del Paese». Il rettore Rosario Rizzuto lo ha detto ieri presentando il piano straordinario dell’università per aiutare gli studenti ad affrontare i problemi economici e logistici generati dal coronavirus: ieri il cda di Ateneo ha approvato all’unanimità una maxi-manovra per il diritto allo studio da 13 milioni di euro, anche in relazione alle nuove modalità di didattica a distanza adottate e potenziate per effetto dell’emergenza sanitaria.
Negli ultimi tre mesi le piattaforme online del Bo hanno garantito tremila insegnamenti per un totale di 13 mila esami e 3.500 sessioni di laurea, a cui se ne aggiungeranno altri 100 mila e altre 3.500 nelle sessioni di giugno e luglio. Il problema è che non tutti gli studenti hanno una connessione adeguata, e che la crisi costringerà molti di loro a ridimensionare il budget per le spese universitarie; la risposta del Bo vale la stessa cifra normalmente impiegata per finanziare la ricerca dei 32 dipartimenti, e più del doppio dei 6 milioni stanziati nel 2016 per ridurre la tassazione studentesca.
Il piano da 13 milioni è diviso in tre tipologie di agevolazioni. Per quanto riguarda la connettività, il Bo prevede una quota erga omnes da 3,5 milioni che verrà utilizzata per distribuire 48 mila sim con 60 giga a tutti gli studenti in corso o fuori corso di un anno. La somma più consistente, legata a mobilità e residenze, è riservata agli studenti con Isee fino a 50 mila euro e vale 8,5 milioni, che verranno utilizzati per aiutare pendolari e fuori sede a sostenere il costo degli abbonamenti ai mezzi di trasporto e degli affitti (le due spese non saranno cumulabili); le stime del Bo quantificano in oltre 20 mila i primi, in circa 6.200 i secondi e in 500 euro il contributo all’affitto per studente, mentre l’entità del contributo per i mezzi pubblici verrà definito insieme a Trenitalia e agli altri gestori dei trasporti extraurbani. Infine c’è un milione anche per le matricole, che potranno usare questa somma come contributo per l’acquisto di un computer fino al 60% del suo costo. Queste misure sono solo le ultime in ordine di tempo: il direttore generale Alberto Scuttari infatti ricorda che il Bo aveva già stanziato due milioni per adeguare le aule al sistema simultaneo di didattica in presenza e da remoto e 1,5 milioni per posticipare la scadenza dei dottorati dopo la chiusura forzata dei laboratori, per un impegno complessivo di 16,5 milioni. «Avere meno studenti ci dispiacerebbe molto e sarebbe un rischio grandissimo - spiega Rizzuto -. Abbiamo voluto lanciare un segnale immediato e forte per dire agli studenti: venite all’università, investite sul vostro futuro. Molti giovani potrebbero rinunciare agli studi, e questo è un rischio che non possiamo permetterci di correre: siamo stati tra i primi a dire che vogliamo riportare in aula i nostri studenti, e ora mettiamo in campo uno sforzo imponente proprio per rispondere alle loro potenziali difficoltà. Non possiamo accettare un arretramento nell’accesso alle università».
Soddisfatti gli studenti, che evidenziano il contrasto tra i 13 milioni stanziati dall’ateneo e i 530 mila euro annunciati ieri dalla Regione per finanziare un centinaio di borse di studio in tutto il Veneto: «Il Bo sta facendo la sua parte - commenta Agnese Maiocchi, rappresentante di Studenti per-udu in Cda -. Ora anche le altre istituzioni devono fare la loro, a partire dalla Regione».