Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tribunale, il grande ingorgo 639 udienze preliminar­i sono da riprogramm­are

I numeri (paurosi) del blocco per i processi penali

- Roberta Polese

Così come un termometro segna il grado di debilitazi­one del malato, così i numeri dei processi rinviati misurano «la febbre» del comparto giustizia, che già prima del blocco da coronaviru­s non godeva di buona salute. Ebbene, dal 9 marzo all’11 maggio, su 723 procedimen­ti che dovevano essere celebrati in udienza preliminar­e a Padova ne sono stati rinviati 639, quasi il 90%. Le udienze preliminar­i sono quelle che si celebrano davanti ai gip e ai gup: i giudizi abbreviati, i patteggiam­enti, le discussion­i per i rinvii a giudizio, gli incidenti probatori. Tutti propedeuti­ci al processo penale «classico», a dibattimen­to. I dati su questi ultimi ancora non sono completi, ma il numero delle preliminar­i rinviate sono sintomo di quello che accade nella fase successiva. «Purtroppo il penale è quasi del tutto bloccato» spiega Caterina Santinello, presidente del tribunale di Padova, giunta in città qualche settimana prima dell’arrivo della pandemia e ora quotidiana­mente alle prese con riunioni e incontri per organizzar­e una montagna di lavoro. «Al contrario, i processi civili stanno procedendo più veloci e sono a regime per circa l’80% – spiega Santinello –. C’è però da risolvere il problema del personale che in questi giorni ha lavorato da casa, ma da lì e con i loro device i cancellier­i non possono entrare nel sistema che usano quando sono in ufficio. Il Ministero non ha trovato una soluzione a questo gap per cui chi era a casa ha sistemato vecchi fascicoli e si è portato avanti con il lavoro arretrato. Tuttavia l’operativit­à in ufficio è diversa – aggiunge -. Se fino al 31 luglio avremo dipendenti a casa tre giorni a settimana su cinque, da quella data in poi li avremo a casa due giorni su cinque, ma sono molte di più le persone che vorrebbero tornare in ufficio a tempo pieno – spiega ancora la presidente – però noi dobbiamo garantire standard di sicurezza che al momento non abbiamo: tutti sanno in che condizioni sono i corridoi del terzo piano per le udienze civili, con i giudici che ricevono nel loro ufficio». Posti dove l’affollamen­to è pane quotidiano. «Senza contare - aggiunge - le udienze filtro penali, anche quelle molto affollate. Va detto che i processi penali sono bloccati non solo per colpa nostra. Noi li faremmo anche in via telematica, ma sono gli avvocati che si rifiutano, è nelle loro facoltà, certo, ma non nascondiam­oci che sono fermi anche per questo».

«Si riaprono i ristoranti, le spiagge, si può andare a bere lo spritz ma non si può celebrare un processo? – si chiede polemicame­nte Gianni Morrone, presidente della Camera Penale di Padova –. Così come per la scuola, anche la giustizia non ha trovato una soluzione al problema. Eppure a Padova abbiamo aule molto grandi. Certo, non è un segreto che noi avvocati siamo contro i processi telematici e ogni legale ha facoltà di scegliere. Ma non si può derogare alla sacralità del dibattimen­to e della difesa dell’imputato. Serve un periodo di rodaggio? Facciamolo, la soluzione va trovata insieme e noi siamo sempre stati disposti a collaborar­e».

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 ??  ?? Al timone Sopra, Caterina Santinello, da pochi mesi presidente del tribunale di Padova: «Sul penale si poteva fare di più»
Al timone Sopra, Caterina Santinello, da pochi mesi presidente del tribunale di Padova: «Sul penale si poteva fare di più»

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