Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La reazione al Covid porta maggiori ricavi
Labomar, Cartotecnica Postumia, Fiorentini: tre casi di studio
Tre aziende venete Labomar, Cartotecnica Postumia e Pietro Fiorentini - hanno spiegato al Cuoa come una rapida reazione al Covid ha dato un aumento dei ricavi.
Reagire con prontezza riconvertendo le produzioni, intensificando il rapporto con i fornitori, addirittura creando delle «ronde per la qualità». Ricette che, abbinate a un’intensa applicazione dei principi «Lean», hanno permesso a tre imprese venete di uscire molto bene dall’emergenza Covid-19. Sono la trevigiana Labomar, la padovana Cartotecnica Postumia e la vicentina Pietro Fiorentini: i dirigenti delle tre aziende si sono confrontati ieri in un incontro moderato dal Cuoa, la business school vicentina.
«Delle nostre due produzioni principali, le shopping bag per i negozi e gli imballaggi per farina, la prima ha avuto un crollo, la seconda un’impennata – racconta Pierluigi Gava, di Cartotecnica – il tutto in tempi brevissimi. Abbiamo dovuto riconvertire le produzioni e ridurre i lotti. Abbiamo gestito l’emergenza con una formazione molto rapida degli operatori e un grande aiuto l’ha dato la preesistente standardizzazione dei processi». Il risultato è che oggi l’impresa trevigiana viaggia a più 11% di fatturato.
Anche alla Labomar, marchio degli integratori alimentari, l’emergenza ha creato problemi improvvisi: a partire dal contatto con gli abituali clienti, medici e farmacie. «Abbiamo reagito coinvolgendo rapidamente tutti i dipendenti. Sono state create sei linee pilota, 36 microprogetti – osserva Walter Bertin, Ceo e fondatore – abbiamo liberato tempo ai capireparto con processi di delega veloce, creato squadre per ogni progetto, coinvolto clienti e fornitori». E le criticità sono state superate: l’azienda ha assunto nuovo personale e il fatturato segna addirittura un più 25%.
Alla vicentina Pietro Fiorentini, che nel momento più acuto dell’emergenza ha chiuso per tre settimane, «nel giro di pochi giorni 400 persone sono passate a lavorare in smart working, con una riorganizzazione completa del delivery al cliente. Abbiamo assunto persone per riorganizzare la produzione in turni, abbiamo scelto i più competenti creando delle “ronde di controllo qualità” - spiega Pietro Contalbrigo –: se dalle linee escono pezzi difettosi vuol dire che all’operatore che ci lavora serve ulteriore formazione». L’esito, anche qui, è stata una crescita del fatturato di 9 punti percentuali.