Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Liberate le prime mille vespe samurai
Via al piano della Regione: da ieri nei campi i primi mille «nemici» dell’insetto killer
In chi guarda le provette c’è stupore nell’osservare quei microscopici insettini dal nome militaresco, pronti a essere liberati tra i frutteti. Infatti la vespa Samurai, chiamata a debellare la cimice asiatica, non ha nemmeno il pungiglione, figurarsi un aspetto guerriero. Eppure su quel moscerino di poco più di un millimetro i frutticoltori veneti contano non poco, dato che solo nel 2019 la famigerata cimice, capace di aggredire centinaia di tipi di frutta e verdura, ha provocato almeno 100 milioni di danni all’agricoltura veneta.
«Io lo scorso anno ho perso tutto il raccolto», racconta Antonio Quota, che, da ieri, ha avviato il processo di lotta integrata con le vespe Samurai nell’azienda agricola Chiesa a Barbona, di cui è proprietario. Un podere che si identifica con la storia del paese atesino sul confine tra le province di Padova e Rovigo («L’azienda esiste dal 1608, Barbona dal 1590», racconta Anna Sichirollo, moglie dell’agricoltore) di cui il proprietario è stato sindaco tra il 1980 e il 2000. In tutto 33 ettari di coltivazioni biologiche, 25 dedicati alle pere e i restanti 8 alle mele che il Trissolcus Japonicus (questo il vero nome della Samurai) dovrà difendere dalla cimice asiatica.
«Un progetto in cui abbiamo investito 4,5 milioni di euro per questo triennio», rivendica Giuseppe Pan, l’assessore regionale all’agricoltura, che, prima di approdare a Barbona, aveva avviato il tour nell’azienda agricola Renato Santi di Cittadella, sempre in provincia di Padova, per proseguire a chiusura alla Redoro di Grezzane, in provincia di Verona. «La vespa – spiega Alberto Pozzebon, docente di Entomologia agraria
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Alberto Pozzebon, entomologo La vespa depone le proprie uova in quelle della cimice asiatica, nutrendosi del contenuto e impedendo, quindi, la nascita dell’altro insetto
all’università di Padova – depone le proprie uova in quelle di cimice asiatica, nutrendosi del contenuto e impedendo la nascita dell’altro insetto».
Un meccanismo parassitoide, insomma, reso ancor più efficace dalla velocità di rigenerazione dell’imenottero. Dentro ciascuna delle tre provette liberate nell’azienda agricola di Barbona, si stima ci fossero 110 individui, di cui 10 maschi e 100 femmine. Queste ultime si stima abbiano una fecondità media di circa 80 uova ciascuna. Il tempo di sviluppo di un individuo adulto è calcolato tra i 10 e i 12 giorni. Nel corso di un anno sono una decina le generazioni che si sviluppano. Insomma, un attacco massiccio alle cimici che, comunque, vantano una capacità stimata in 600 uova per individuo. «Stiamo sviluppando colonie pure in laboratorio – aggiunge Giovanni Zanini, referente per i tecnici dei servizi fitosanitari della Regione – questo comporterà un intervento capillare in tutto il territorio del Veneto».
Il programma di contrasto biologico alla cimice prevede una suddivisione del territorio regionale in 106 quadranti, di cui due terzi previsti nella provincia di Verona data la forte vocazione alla frutticoltura, ciascuno di 30 chilometri quadrati, all’interno dei quali sono stati individuate le aree idonee, siti naturali e corridoi «verdi» limitrofi ai frutteti, dove le cimici asiatiche tendono a deporre le uova e dove sarà, dunque, più efficace l’azione della piccola vespa. In ogni quadrante i lanci saranno ripetuti tre volte durante la stagione estiva, a distanza di circa un mese, per un totale di 318 lanci. In totale, tra giugno e agosto, verranno così liberati circa 35 mila esemplari, a presidio dei 20 mila ettari di frutteti presenti in Veneto. Sempre secondo i ricercatori, l’introduzione della vespa Samurai non dovrebbe comportare rischi di alterazione dell’ecosistema, dato che attaccherebbe solo la cimice asiatica, a propria volta alloctona. Su questo punto ha battuto con particolare energia Roberto Betto. «La vespa Samurai – sostiene il presidente provinciale padovano dell’associazione agricola Cia - permette di raggiungere un equilibro naturale nel contrasto all’insetto alieno. Non si tratta di utilizzare pesticidi, ma di portare avanti un’agricoltura sostenibile».