Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ascopiave Hera prende un altro 2% da A2a

Bologna secondo socio al 4,9%. La Borsa s’attende l’uscita di Milano

- Nicoletti

Hera compra un ulteriore 2% di Ascopiave da A2a e diventa il maggior azionista della quotata trevigiana del gas alle spalle del socio di maggioranz­a Asco Holding. La nuova puntata nel risiko incrociato delle utility tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è giunta ieri quando da Bologna Hera ha dato l’annuncio.

Hera compra un ulteriore 2% di Ascopiave da A2a e diventa il maggior azionista della quotata trevigiana del gas alle spalle del socio di maggioranz­a Asco Holding. La nuova puntata nel risiko incrociato delle utility tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è giunta ieri. Quando da Bologna Hera, alleato di Ascopiave dopo aver acquistato dai trevigiani la maggioranz­a delle società di vendita di gas ed elettricit­à sul libero mercato in cambio di reti distributi­ve di metano, ha comunicato di aver acquistato un ulteriore 2% di Ascopiave, per 18,3 milioni di euro, con una scelta, come si legge in una nota, «anche in questo caso condivisa con Asco Holding in un’ottica di rafforzame­nto della partnershi­p già avviata».

Acquisto fatto non da un attore qualsiasi, ma dalla rivale lombarda A2a. Mossa di rilievo, perché aggiorna in modo decisivo la «guerra fredda» scattata a fine gennaio, quando A2a era entrato improvvisa­mente in Ascopiave, acquisendo un 4,16% messo in vendita dal fondo d’investimen­to Amber e divenendo primo azionista dietro la Holding. Mossa giudicata ostile a Pieve di Soligo, letta come un tentativo di metter sotto pressione il fronte Asco-hera di fronte all’attacco avanzato ad A2a sull’operazione d’integrazio­ne con Agsm Verona e Aim Vicenza.

Ascopiave, per altro, aveva risposto una settimana dopo acquistand­o una quota di minoranza del 3,67% nella utility di Como Acsm Agam, partecipat­a da A2a, ceduta dalla Sgr Praude e dalla Plavisgas. Ne erano seguiti segnali di distension­e da Milano, che nel frattempo ha appena cambiato i vertici.

Ieri l’ulteriore passaggio, con cui Bologna stringe l’alleanza con i trevigiani e che suona come il prologo all’uscita di A2a. Secondo fonti vicine all’operazione, la vendita è avvenuta direttamen­te tra A2a ed Hera. Ma va collegata all’operazione di recesso approvata da Ascopiave in assemblea dei soci il 29 maggio.

La società ha inserito in statuto una norma che limita il diritto di voto per le società del settore al 5%, anche di fronte a quote superiori. Uno sbarrament­o alle mire espansioni­stiche di A2a (ma anche di Hera). Accompagna­to da un’offerta di riacquisto delle azioni di chi non avesse approvato la scelta, fino ad un massimo del 5% delle azioni, per un impegno di 45,7 milioni di euro. Operazione apparsa come un’opportunit­à offerta ad A2a di uscire.

Ieri la mossa di A2a, con la cessione del 2% ad Hera. Il massimo che Bologna potesse acquistare, dopo il 2,5% preso a gennaio da Amber, in parallelo ad A2a, arrotondat­o poi al 2,9%, con cui sale al 4,9%, a ridosso del nuovo tetto del 5%. Cessione avvenuta allo stesso prezzo di recesso. E alla vigilia della scadenza, oggi, del recesso stesso. Il tutto rende razionale attendersi che A2a consegni il rimanente 2,6% ad Ascopiave, per altri 20 milioni. O almeno questa è l’attesa del mercato, visto che in Borsa, ieri, il prezzo delle azioni Ascopiave si è di fatto allineato a quello di recesso.

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La sede di Ascopiave a Pieve di Soligo. A2a ha ceduto il 2 per cento della azioni ad Hera
Svolta La sede di Ascopiave a Pieve di Soligo. A2a ha ceduto il 2 per cento della azioni ad Hera

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