Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pandolfi, ora il caso finisce al cda
Accuse di molestie, reazioni all’intervista dello scienziato. Ateneo critico
Dopo il caso delle presunte molestie subite da una ricercatrice di Harvard, e che ora spingono più di qualcuno a mettere in discussione la nomina di Pier Paolo Pandolfa a direttore scientifico del Vimm, interverrà il Cda. «Ora va fatta chiarezza», spiegano. Il rettore dell’università di Padova: «Non abbiamo nessuna intenzione di minimizzare quanto accaduto a Harvard».
Il caso Vimm infuria. E più di qualcuno prende le distanze dalla nomina di Pier Paolo Pandolfi, star mondiale della ricerca contro il cancro, come direttore scientifico del Vimm, accusato di presunte molestie sessuali all’università di Harvard. Il fronte compatto pro Pandolfi sembra sgretolarsi il giorno dopo la confessione dello scienziato, che nell’intervista al Corriere della Sera ha ammesso: «Ho sbagliato e mi scuso, è stata una sbandata, un caso di #Metoo leggero e romantico. Ho dovuto studiare la legge americana in materia, che è diversa dalla nostra».
Le presunte molestie sessuali con cui per un anno e mezzo il professor Pandolfi avrebbe perseguitato una ricercatrice del suo laboratorio di Harvard, sua sottoposta nel team di ricerca, hanno causato nei giorni scorsi le dimissioni in massa del comitato scientifico internazionale del Vimm, il Scientific Advisory Board. E le dimissioni dell’attuale direttore scientifico Luca Scorrano.
Dopo l’intervista con le ammissioni di Pandolfi, l’università di Padova, nel cda del Vimm, puntualizza: «Sul tema del rispetto e della tutela dei diritti delle donne, l’ateneo ha una posizione molto netta e imprescindibile - scandisce il rettore Rosario Rizzuto -. Non abbiamo nessuna intenzione di minimizzare quanto accaduto a Harvard. Ci sono fatti precisi. Il caso Pandolfi andrà rivalutato. Che sia chiaro, non è un tema americano, non è che negli Stati Uniti certi comportamenti vengono valutati in un modo e in Italia in un altro, la legge è la stessa».
La pro-rettrice dell’ateneo di Padova Annalisa Oboe, responsabile delle azioni di Pari Opportunità, esperta di diritti e gender equality, incalza: «Mi ha colpito la difesa di Pandolfi che usa un doppio standard di giudizio, ad Harvard ci sono delle regole, non si può molestare una giovane ricercatrice, ma in Italia è un comportamento tollerato. L’ho trovato offensivo. È una mancanza di rispetto e di etica. Vuol dire non avere chiaro, soprattutto da una posizione di potere, che ci sono cose che non si possono e non si devono fare».
Gilberto Muraro, ex presidente del Vimm, e presidente della Fondazione Cassa di Risparmio
(che fa parte del cda Vimm), commenta: «Attendiamo che i fatti siano chiariti dal cda. Mi aspetto che nel prossimo cda la presidenza porti carte e chiarimenti sul caso. È in gioco la reputazione di un grande centro di ricerca come il Vimm. C’è enorme rammarico per le dimissioni in massa del Board di scienziati».
Le accuse di presunte molestie sessuali avrebbero avuto come conseguenza l’allontanamento di Pandolfi, dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, che dirigeva dal 2013. Il caso nei mesi scorsi era stato raccontato dal biologo tedesco Leonid Schneider nel suo blog e su twitter da Michael Balter, professore della New York University. Nonostante questo, il professor Pandolfi è stato nominato nuovo direttore scientifico del Vimm (Istituto Veneto di Medicina Molecolare) dal presidente Francesco Pagano, con decisione ratificata dal cda. Nell’intervista al Corriere della Sera, Pandolfi si giustifica: «È stato un misfatto di natura romantica che si è protratto per mesi. C’è stata un’inchiesta interna. Sono stato investigato, ho chiesto scusa. E ho dovuto frequentare una sorta di corso di riabilitazio
” Lo scienziato Massimo Zeviani Se la persona coinvolta non fosse stato un luminare così in vista come Pandolfi, sarebbe stato subito cacciato da Harvard
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Parole che lasciano pochi dubbi. Il presidente dell’advisory Board Wolfang Baumeister aveva già motivato le dimissioni di massa di tutto il comitato parlando di «scandalo».
Ma il presidente del Vimm Francesco Pagano, continua a difendere Pandolfi e la nomina a direttore del centro di ricerca veneto: «Harvard non ci ha mai dato notizie ufficiali e non c’è un provvedimento penale. Quindi noi andiamo avanti. Non rinuncio a un cervello del calibro di Pandolfi solo per queste cose qui. Il suo valore scientifico è ben più importante. Il cda ha già deciso e a settembre lo aspettiamo».
Massimo Zeviani, Pi al Vimm (Principal Investigator), scienziato di grande fama nel consiglio scientifico del Vimm, fa sapere: «Ho parlato a lungo con autorevoli colleghi di Harvard. Se tra persone adulte, una incalza l’altra (tra l’altro da una posizione di potere) e l’altra, che è subordinata e quindi in sudditanza psicologica, dice ripetutamente di smetterla, la questione non è più un fatto privato, ma diventa istituzionale. E l’università in cui accade, è responsabile di intervenire. Questo è successo ad Harvard. Se la persona coinvolta non fosse stato un luminare così in vista, sarebbe stato cacciato immediatamente. Harvard ha dato a Pandolfi una possibilità di redenzione attiva attraverso il corso di riabilitazione».
Zeviani fa notare: «La versione romantica che Pandolfi cerca di dare nell’intervista in cui si difende, è il tentativo di edulcorare una pillola amarissima. Harvard si è sentita così responsabile dell’accaduto, da imporre allo scienziato di andarsene». La prossima mossa? «Il consiglio scientifico del Vimm sta preparando per il cda un documento compatto contro Pandolfi». Intanto, tutta la comunità scientifica attende il dossier sul caso Pandolfi e #Meetoo, che la giornalista Alison Abbott ha annunciato pubblicherà nel numero di luglio della prestigiosa rivista scientifica Nature, con testimonianze inedite.