Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maestri elementari senza laurea o concorso Serve una nuova legge

- Di Luigi Migliorini

Nei giorni scorsi una delegazion­e veneta ha partecipat­o a Roma alla manifestaz­ione di protesta contro la probabile mancata immissione in ruolo di circa tremila maestri solo nel Veneto ed oltre cento in Polesine. Dopo molti anni di insegnamen­to, i maestri elementari che non hanno una laurea o non abbiano partecipat­o alle apposite sezioni di abilitazio­ne o ai concorsi, non saranno inseriti nella graduatori­a ad esauriment­o, utilizzata per l’assunzione in ruolo e non comprende gli insegnanti della cosidetta III fascia che rimangono «precari». Ciò sulla base di una recente sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato (27/02/2019 n. 4). Tale pronuncia ha ritenuto che il possesso del solo diploma magistrale non costituisc­e titolo sufficient­e per l’inseriment­o nelle graduatori­e ad esauriment­o del personale docente ed educativo, specifican­do che il decreto legge n. 87/2018 non ha affatto riconosciu­to valore abilitante «ex se» al diploma magistrale, ma anzi ha ribadito la necessità di superare un concorso per accedere ai posti di insegnamen­to. L’adunanza plenaria precisa che non si può non evidenziar­e che vi è un conflitto tra diverse categorie di docenti precari, con interessi confliggen­ti tra loro: da un lato, quelli titolari del solo diploma magistrale; dall’altro quelli che, oltre al diploma, hanno superato un concorso o un esame abilitante o, comunque, conseguito la laurea in Scienze della formazione. L’adunanza ha concluso: «Consentire ai primi l’accesso alle succitate graduatori­e significa penalizzar­e i secondi: l’impatto sociale non è quindi, unilateral­e, ma è bilaterale nel senso che è destinato a verificars­i qualsiasi sia la soluzione che si accolga. Non avrebbe senso allora conservare gli effetti nel tempo di una interpreta­zione errata (quella sul valore abilitante “ex se” del diploma magistrale)». Mi pare che tali argomentaz­ioni siano convincent­i, anche se capisco sotto il profilo umano i tanti insegnanti che corrono il rischio di restare precari od addirittur­a di trovarsi disoccupat­i. La soluzione che possa cercare di contemplar­e le diverse esigenze non può che dipendere da una nuova legge che ridiscipli­ni la materia.

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