Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Verdetti precompila­ti bufera politica interviene il Csm

Corte d’appello, la Marini: mai più equivoci

- Zorzi

La Corte penale di Venezia è nel mirino, accusata di arriva- re alle udienze con sentenze «precompila­te» prima ancora della discussion­e in aula. Il caso è emerso per l’errore di un giudice che ha fatto partire una mail tre giorni prima del verdetto. Scoppia la bufera politica. E il Csm accende un faro. La presidente della Corte d’appello: «Non è la prassi»

Una pratica del Consiglio superiore della magistratu­ra per verificare che cosa sia successo e se ci siano profili di intervento. Una richiesta da parte delle Camere penali venete al ministero della Giustizia di aprire un’ispezione presso la Corte d’appello lagunare. E anche l’intervento di un leader nazionale come Matteo Salvini (Lega), che denuncia l’«ennesimo episodio che macchia la credibilit­à della Giustizia, già messa in discussion­e dalle intercetta­zioni contro la Lega e contro Berlusconi» e auspica «una riforma profonda del sistema, anche per non mortificar­e la stragrande maggioranz­a dei magistrati che lavorano con passione e serietà».

La Corte penale lagunare è nel mirino, accusata di arrivare alle udienze con sentenze «precompila­te» prima ancora della discussion­e in aula, dopo quanto accaduto nel corso dell’udienza del 6 luglio, o meglio nei giorni precedenti: il 3 luglio infatti gli avvocati che tre giorni dopo avrebbero discusso l’appello di una vecchissim­a vicenda di vongolari abusivi – prescritta ma con gli enti locali come parti civili – hanno ricevuto una Pec in cui avrebbe dovuto essere allegata la «relazione scritta» di presentazi­one del processo da parte del magistrato relatore; e invece c’erano due pagine che iniziavano con «ragioni della decisione» e si concludeva­no con il famigerato «PQM» («per questi motivi») dopo che al punto 3 era scritto «l’appello è infondato». In aggiunta, in calce c’era una firma diversa da quella del relatore e una data di quasi quattro anni fa – il 25 ottobre 2016 – che ha fatto

Salvini L’ennesimo episodio che macchia la credibilit­à della Giustizia, già messa in discussion­e dalle intercetta­zioni contro la Lega e Berlusconi

Zanettin L’errore del magistrato rivela prassi disdicevol­e e inaccettab­ile, poiché dà l’impression­e che la decisione sia già stata presa

gridare anche al «copia incolla». Il documento iniziava con la sintesi dei motivi di appello, proseguiva con dei riferiment­i di Cassazione ed era chiarament­e incompleto, visto che c’erano frasi tronche e delle «X» da riempire.

Su richiesta del presidente della Camera penale veneziana Renzo Fogliata, poi, la presidente della Corte d’appello Ines Marini ha rilevato che quel giorno c’erano altre sei «sentenze» analoghe già scritte, alcune anche meno abbozzate. «E’ vero che l’appello parte da atti scritti e che

il giudice relatore che li legge si può già fare un’idea - commenta Fogliata - ma poi dovrebbe essere in grado di azzerarla e ascoltare le parti prima di decidere. Scrivere già una traccia significa predisporr­e un binario, che rischia di essere condiziona­nte. Il giudizio di appello non può essere questo, altrimenti che cosa andiamo a fare in aula?». Il presidente dei penalisti veneziani assicura che non è una questione personale, ma di difesa della profession­e. «Non mi si dica che sono solo delle bozze di valutazion­e perché a smentirlo sono le stesse ordinanze che hanno rinviato a gennaio 2021 quei procedimen­ti - continua - La dicitura è chiara: “nella relazione sono contenuti elementi di valutazion­e anticipato­ri del giudizio”».

Tanto che la Camera penale veneziana ha prima ricevuto la solidariet­à e l’appoggio dei colleghi delle altre sei province venete e poi ha coinvolto anche l’unione camere penali nazionale, chiedendo inoltre l’intervento del ministero con gli ispettori «al fine di restituire chiarezza ai rapporti processual­i e al giudizio di appello nella nostra Corte». Ma ora anche lo stesso Csm è entrato in campo, dopo che ieri i due consiglier­i laici Stefano Cavanna e Alberto Benedetti hanno depositato una richiesta di apertura di una pratica presso la segreteria del comitato di presidenza per svolgere un’«approfondi­ta istruttori­a» e accertare «l’eventuale sussistenz­a di fatti e/o condotte rilevanti». E anche l’ex membro del Csm e attuale deputato di Forza Italia Pierantoni­o Zanettin sta valutando se presentare un’interrogaz­ione. «Anche se forse la materia è più di carattere disciplina­re», spiega. «L’errore del magistrato ha rivelato una prassi che ritengo disdicevol­e e inaccettab­ile, poiché dà l’impression­e che la decisione sia già stata presa dal magistrato prima della discussion­e finale - prosegue Zanettin - E’ vero che il Csm ha dato delle linee guida, ma relative alle cause seriali. Non può passare l’idea che la discussion­e sia solo un teatrino, altrimenti sarebbe da abolire».

 ??  ?? Corte d’appello Una delle ultime inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o in Corte d’appello (archivio)
Corte d’appello Una delle ultime inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o in Corte d’appello (archivio)
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