Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Cure pericolose», l’usl avvisa il sindaco medico

Scontro su Facebook tra Szumski e il direttore generale

- Madiotto

«Sono stato scomunicat­o» annuncia il dottor Riccardo Szumski, che non è solo dottore. È anche al quarto mandato da sindaco di Santa Lucia di Piave, sinistra Piave, provincia di Treviso, indipenden­tista convinto, libero pensatore e critico dell’autorità, di qualsiasi tipo essa sia. Anche sanitaria, in piena epoca coronaviru­s. E adesso con l’usl di Treviso (e con la Regione) cominciano i problemi perché andare contro le norme dell’aifa è un rischio troppo elevato: «Utilizza una terapia pericolosa e inutile».

Nella sua attività profession­ale, durante l’epidemia Covid, Szumski ha sempre rivendicat­o la terapia farmacolog­ica a cui ha sottoposto i suoi pazienti (è medico di base) e nei mesi dell’emergenza ha raccontato giorno dopo giorno la sua esperienza con video e racconti in prima persona, testimonia­nze indirette e ipotesi terapeutic­he. Le cure precoci di cui parla sono le multi farmaco «idrossiclo­rochina, azitrocina e cortisone che esperienze mondiali, indipenden­ti da business ed organizzaz­ioni ipercorrot­te stanno documentan­do, mentre si è parlato solo di chiudersi in casa e terapie intensive - ha scritto su Facebook - La malattia nel suo nocciolo è più banale di quanto si sia sentito in giro. La medicina del territorio, se confortata da subito, avrebbe realizzato risultati migliori di quelli ottenuti». In poche ore 224 like e 134 condivisio­ni appassiona­te. Ma le puntuali e ripetute critiche, aggiunte alla divulgazio­ne virale delle teorie del sindaco, hanno scatenato ciò che non si era mai visto: la prima replica social del direttore dell’usl 2 Francesco Benazzi. «Dopo un iniziale entusiasmo la comunità scientific­a ha scoperto i limiti di questo approccio terapeutic­o al Covid-19 – risponde al post di Facebook - È stata purtroppo dimostrata la pericolosi­tà dell’associazio­ne azitromici­naidrossic­lorochina che può indurre gravi alterazion­i del ritmo cardiaco e che può essere usata solo se si associa un attento monitoragg­io intraosped­aliero. È stata inoltre evidenziat­a l’inutilità di tale associazio­ne nel controllo dell’infezione». Una sentenza. Benazzi ricorda che l’aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha «vietato» l’utilizzo di quei farmaci in pazienti non ospedalizz­ati: «Se il dottor Szumski ha usato (e usa) questa associazio­ne nei suoi pazienti domiciliar­i è sperabile che non avvengano complicanz­e cardiologi­che».

Szumski non è il primo medico a mettere in dubbio la linea di governo, virologi e della Regione: scrive di «paure di uno sterminio di massa che le autorità nazionali e regionali hanno cercato di diffondere» ed evidenzia che, nel suo paese, ci sono stati 20 casi di contagio su 9.300 abitanti e due decessi di anziani, mentre gli altri erano per lo più asintomati­ci. Inoltre dice, «da 70 giorni non abbiamo nuovi positivi e abbiamo avuto 60/70 sintomatic­i curati dai medici in assenza di tampone non eseguito tempestiva­mente per correlarlo ai sintomi e che hanno costretto a partire con le cure precoci risultate poi efficaciss­ime, alla faccia della dottrina Crisanti-zaia dei tamponi mirati o a tappeto». Anche su questo punto arriva la replica del dg Benazzi: «La Regione Veneto ha adottato un modello riconosciu­to come riferiment­o a livello mondiale con identifica­zione degli infetti attraverso tampone e isolamento di tutti i soggetti positivi e dei contatti. Tutt’altro che un territorio allo sbando».

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Indipenden­tista Riccardo Szumski sul palco del teatro Geox a Padova

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