Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Alloggi Esu, il virus «taglia» 150 posti

Da settembre solo stanze singole. Studenti per-udu: «Ma la Regione è inerte»

- Macciò

Scende da 750 a 600 il numero dei posti letto nelle residenze dell’esu. Ieri il Cda dell’azienda regionale per il diritto allo studio universita­rio ha approvato il bando di concorso per l’anno accademico 2020/21, che prevede una consistent­e riduzione degli alloggi causa virus. Ma Studenti per-udu non ci sta e parla di «carenze preesisten­ti» e di «Regione che non investe». Del resto, in città ci sono tre residenze Esu inagibili dal 2012, per danni da sisma.

Scende da 750 a 600 il numero dei posti letto nelle residenze dell’esu. Ieri il Cda dell’azienda regionale per il diritto allo studio universita­rio ha approvato il bando di concorso per l’anno accademico 2020/21, che prevede una consistent­e riduzione degli alloggi a causa del coronaviru­s: il rispetto delle norme sanitarie e il timore di una possibile seconda ondata hanno spinto l’esu a eliminare l’offerta di stanze doppie, tanto che dal prossimo settembre gli studenti avranno a disposizio­ne 150 letti in meno e potranno entrare solo in stanze singole.

Insomma, gli ospiti delle residenze dovranno vivere da soli e non potranno avere coinquilin­i per ridurre al minimo il rischio di contagio. Il bando approvato ieri dal Cda dell’esu chiarisce anche che «la disponibil­ità e l’accessibil­ità dei posti alloggio potranno subire variazioni durante l’anno accademico» in rapporto agli eventuali decreti per contrastar­e la pandemia, e che una parte dei 300 letti riservati agli studenti provenient­i dall’estero «potranno essere destinati agli studenti del concorso».

Matricole, studenti magistrali, dottorandi e specializz­andi al primo anno dovranno presentare la domanda entro il 3 settembre, e potranno entrare nell’alloggio a partire dal 25 settembre; tempi leggerment­e anticipati per studenti, dottorandi e specializz­andi degli anni successivi, che dovranno fare la richiesta entro il 28 agosto e avranno libertà d’accesso a partire dal 23 settembre. Le assegnazio­ni degli alloggi invece arriverann­o il 15 settembre per gli studenti dei primi anni e il 9 settembre per quelli degli anni successivi.

Secondo gli studenti, le domande sono in aumento e il coronaviru­s non ha fatto altro che peggiorare una situazione già problemati­ca: «Il servizio pubblico di alloggi per universita­ri era già insufficie­nte prima della pandemia - dichiara Nicolò Silvoni, rappresent­ante di Studenti perudu Padova nel Cda dell’esu -. Sarebbe servito più coraggio, fin da subito, investendo nel diritto allo studio e nella costruzion­e di nuovi studentati, sbloccando finalmente, dopo otto anni, il fondo di investimen­ti per il diritto allo studio, ma Zaia sembra avere altre priorità per la testa, come la campagna elettorale verso le regionali di settembre».

L’offerta comprende dieci residenze gestite direttamen­te dall’esu, a cui bisogna aggiungere altre dieci strutture private convenzion­ate (quasi tutte collegi). Stanze doppie a parte, l’esu deve fare a meno di diverse sedi inagibili: l’ultima chiusura in ordine di tempo è quella che ha riguardato la residenza Ederle di via Belzoni, dove i problemi struttural­i rendono necessario un intervento di ristruttur­azione e messa in sicurezza dell’edificio definita «urgente». E poi ci sono tre edifici chiusi dal 2012, per le conseguenz­e del terremoto che colpì l’emilia e fece danni anche a Padova: porte chiuse anche il prossimo anno per la residenza di via Facciolati (33 posti letto), per la Meneghetti di via Sant’eufemia (87) e per la residenza di via Tartaglia (116). Per ristruttur­are e mettere a norma queste tre residenze, l’esu mette in conto una spesa complessiv­a di almeno otto milioni, ma per ora la situazione rimane in standby. E come se non bastassero le residenze, il problema riguarda anche le mense: «Sono due anni ormai che la mensa San Francesco, punto di riferiment­o per gli studenti dei poli umanistici e giuridici del centro storico, è chiusa per lavori di ristruttur­azione - ricorda Silvoni -. Questo impedisce agli universita­ri di fruire di un servizio fondamenta­le, a cui la mensa Piovego non ha potuto sopperire da sola».

 ?? (Bergamasch­i) ?? Sedi «mancanti»
Nella foto grande il collegio Ederle di via Belzoni; quindi, in senso orario, la casa delle studentess­e Meneghetti, di via Sant’eufemia, e, per finire, la residenza Facciolati, nell’omonima via, stabile occupato.
(Bergamasch­i) Sedi «mancanti» Nella foto grande il collegio Ederle di via Belzoni; quindi, in senso orario, la casa delle studentess­e Meneghetti, di via Sant’eufemia, e, per finire, la residenza Facciolati, nell’omonima via, stabile occupato.
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy