Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Coimpo lucrava sui costi di smaltimento dei fanghi»
«Coimpo risparmiava sui costi di movimentazione e di analisi dei fanghi e trattava una quantità di materiale superiore al consentito non rispettando i passaggi previsti e il processo di stabilizzazione, collocando i fanghi al di fuori delle vasche deputate e facendo uscire dall’impianto quantitativi non documentati». È uno dei passaggi chiave delle motivazioni della sentenza con la quale, a dicembre, il giudice Laura Contini ha condannato i vertici di Coimpo e Agribiofert per i traffici illeciti di rifiuti dello stabilimento. Lo stesso nel quale, il 22 settembre 2014, persero la vita quattro lavoratori, uccisi da una nube tossica.
A dicembre Gianni Pagnin e Mauro Luise, ex presidente ed ex direttore tecnico della Coimpo, hanno avuto una condanna a tre anni di reclusione a testa. Nel processo erano presenti come parti civili i legali Matteo Ceruti per Legambiente Veneto, Carmelo Marcello per il Comune di Pettorazza Grimani e Marco Casellato per il Comune di Adria. «Le motivazioni – spiegano – confermano quella che sempre è stata la nostra tesi, quella di una gestione tesa solo alla massimizzazione del profitto, con milioni di euro risparmiati». Per i legali, che fanno parte della Lpteam che raduna avvocati e commercialisti veneti e ferraresi, «è sconvolgente leggere quanto avvenne, nello stabilimento, durante un periodo di piogge intense quando le vasche erano piene di fanghi. Si lasciò, intenzionalmente, che parte del contenuto finisse nelle scoline, contando che le forti precipitazioni avrebbero nascosto tutto». (a.a.)
Il punto
I legali di parte civile: confermate le nostre tesi