Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Autorità, Brugnaro vuole l’autonomia «Venezia tradita»
Il sindaco accusa i parlamentari Pd: «Nessun potere in laguna». Emma Thompson coi No Nav
Ha letto e riletto il decreto del Consiglio dei ministri e, alla fine, il verdetto del sindaco Luigi Brugnaro è tranchant: «Hanno creato il solito carrozzone romano, Venezia è tagliata fuori». Il soggetto è l’autorità per la laguna, che gestirà Mose e salvaguardia. L’unica soluzione: «L’autonomia del Veneto e di Venezia». E sul sit-in dei No Nav contro le crociere: «Scandaloso».
«È il solito carrozzone romano, Venezia continuerà a non poter decidere niente». L’ha letto e riletto, pensando di sbagliarsi, ma non era così, il decreto Agosto che istituisce l’autorità della laguna di Venezia «snobba» Comune, Città metropolitana e Regione. «La maggioranza dei componenti è statale, il presidente viene scelto “sentito il sindaco e il presidente della Regione” e non di concerto. Praticamente non tocchiamo palla, come succede oggi, questo è un esproprio alla città nel suo diritto fondamentale», dice il sindaco Luigi Brugnaro nel giorno in cui i No Nav festeggiano con una manifestazione il mancato arrivo delle crociere a Venezia. Costa e Msc infatti per il prossimo mese e mezzo hanno scelto Trieste come porto dell’alto Adriatico.
«Trovo scandaloso che radical chic di varia estrazione possano festeggiare la perdita di lavoro di migliaia di persone - interviene il sindaco - È giusto protestare contro il passaggio a San Marco, ma poi bisogna trovare soluzioni alternative che rispettino tutti». Ieri è intervenuta anche
Emma Thompson, che da qualche mese ha la residenza a Venezia, appoggiando la battaglia dei No Nav. «Sono a fianco dei cittadini che protestano contro il ritorno della navi da crociera che mettono a rischio la fragilità di Venezia», ha detto in un breve video diffuso su internet l’attrice premio Oscar Emma Thompson.
A Punta della Dogana ieri c’erano una trentina di persone per ribadire la loro posizione: «Grandi Navi né ora né mai» e «Rompiamo il ricatto salute-lavoro», gli slogan, quest’ultimo un invito ai lavoratori portuali che ieri avrebbero dovuto manifestare una posizione opposta. «La nostra protesta è saltata perché la questura ci ha diffidato in quanto non avevamo le autorizzazioni - spiega Marco Gorin, presidente del Gruppo ormeggiatori del porto di Venezia - nei prossimi giorni chiederemo un incontro con prefetto e questore perché migliaia di famiglie sono messe alla fame dalla volontà di uccidere il porto e le crociere». La richiesta dei portuali è che la navi ritornino al più presto. «Non siamo in contrapposizione ai lavoratori — ha spiegato Tommaso Cacciari del Comitato No Grandi Navi – la nostra posizione è fuori le navi dalla laguna ma siamo pronti al dialogo per pensare uno sviluppo diverso del sistema portuale che tuteli il lavoro ma che sia sostenibile».
Per il sindaco la soluzione è quella stabilita dal Comitatone del 2017: Marghera per le crociere più grandi, Marittima tramite il Vittorio Emanuele, per quelle più piccole. «L’alternativa c’è ma non si è voluto applicarla - dice - Il lavoro non deve entrare in conflitto con l’ambiente, certa gente urla alle streghe e qualcuno ci crede. Impedire alle navi di venire a Venezia è un pessimo segnale: oggi si fermano le crociere, domani le altre navi con rischi pesantissimi per l’economia della città. Io sono per fare, le chiacchiere le lascio ad altri». Quello di Brugnaro è un’entrata a gamba tesa contro i parlamentari veneziani: «Il premier Conte è stato di parola aiutando i sindaci e le aree metropolitane stanziando tre
Il sindaco L’autorità è il solito carrozzone romano, la città non decide nulla
No Nav Ieri il sit-in contro il ritorno delle crociere in laguna
I portuali Ora sono in Cig e temono di perdere il posto di lavoro
miliardi - dice - La mia accusa principale va ai parlamentari veneziani che lasciando i poteri ad altri, hanno tradito Venezia per avere in cambio cariche a Roma, così è stata commissariata la città». Ricorda l’emendamento proposto dal deputato Pd Andrea Martella (oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio) poi approvato, con cui i poteri dell’ex Magistrato alle Acque venivano trasferiti alla Città metropolitana. «Ha smentito se stesso, queste sono persone ondivaghe senza nessuna credibilità - attacca - Tutto si è fermato nelle pastoie romane in mezzo ai vincoli reciproci. Venezia sulla laguna non ha nessun potere, non ce l’ha sulle grandi navi e non ce l’ha nemmeno sul Mose. Vediamo se adesso i cittadini danno un segnale nell’urna elettorale».
Il sindaco dice non essere stato mai avvertito «tutto è stato gestito nelle stanze romane, per quello dico che c’è un forte legame tra Regione e Comune, tra autonomia del Veneto e autonomia della Città metropolitana, tra il presidente Zaia e me. È una battaglia comune». E se qualcuno gli obietta che lo Stato paga il Mose e quindi ha il diritto di poter avere le competenze la risposta è immediata: «Non pagano loro, paga lo Stato e quindi i cittadini. Hanno tradito la città, per avere cariche politiche».