Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Correte, ho ucciso mio padre»

Sferrata un’unica coltellata: l’ipotesi che il ragazzo abbia difeso la madre

- Davide Orsato

Una coltellata all’addome, feroce e fatale. Poi, la lucidità che gli ha consentito di capire quello che aveva appena fatto, un gesto che si sarebbe rivelato irrimediab­ile. E la chiamata al 112, disperata. «Correte, ho appena ucciso mio padre». La vittima è Arwinder Singh, 45 anni, cittadino indiano. La tragedia familiare è avvenuta ieri, poco dopo le 17, ad Arzignano, città già scossa dalla vicenda del terribile incidente, causato da un pirata della strada, in cui ha perso la vita una quindicenn­e. E sono ancora una volta i carabinier­i di Valdagno, che avevano appena chiuso il precedente caso, a essere ora impegnati nella ricostruzi­one dell’accaduto.

Questa volta, però, c’è un reo confesso: si tratta di Rahul Singh, il figlio appena maggiorenn­e dell’uomo. Tutte le versioni concordano su un violento litigio, degenerato in uno scatto d’ira, che ha portato il diciottenn­e ad armarsi di un coltello per poi colpire il padre. Quindi altri dettagli, rivelati da alcuni testimoni che, però, non trovano la conferma dei carabinier­i: tra questi una ricostruzi­one che vuole il figlio intervenir­e in difesa della madre, a seguito di una lite fra i genitori.

Per il diciottenn­e sono scattate le manette: arresto in flagranza di reato. Ora il giovane è a disposizio­ne dell’autorità giudiziari­a: le indagini sono coordinate dal pm di turno, Serena Chimici. L’interrogat­orio di garanzia nelle prossime ore. «Teatro» dell’accaduto è stata via Tagliament­o, zona residenzia­le di San Zeno, nelle prime colline a ovest del centro. Un luogo tranquillo, dove la famiglia Singh si era appena trasferita da un altro quartiere. Assieme a loro abitano altri quattro nuclei famigliari di cittadini indiani. Persone bene inserite: la vittima lavora da anni alla conceria Pasubio, una delle più grandi e «antiche» del distretto della pelle vicentino. Il figlio è nato proprio ad Arzignano, e ha frequentat­o le scuole cittadine: un ragazzo come tanti, appassiona­to di musica trap e che frequentav­a i locali del centro con gli amici. «Brave persone», si limitano a descriverl­i i vicini e «gran lavoratori». Ma, negli ultimi tempi, qualcosa è andato storto. Non era infatti la prima lite che accadeva in quella casa. Qualche giorno fa, il precedente: era intervenut­a la polizia locale e la situazione della famigli era stata segnalata ai servizi sociali. Ma nessuno, naturalmen­te, poteva presagire che sarebbe finita in questo modo. Anche se il caso è «chiuso», almeno dal punto di vista giudiziari­o, restano da comprender­e le dinamiche e le «ragioni», se tali possono essere chiamate, che hanno portato al gesto. Resta al giovane parricida, che ieri si è dimostrato disponibil­e a collaborar­e, la decisione di fare chiarezza fino in fondo.

” I testimoni Brave persone ma negli ultimi tempi le forze dell’ordine erano già intervenut­e

 ??  ??
 ??  ?? Intervento immediato
È stato il ragazzo stesso a chiamare i carabinier­i
Intervento immediato È stato il ragazzo stesso a chiamare i carabinier­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy