Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
A Vo’ è cominciata la vendemmia del riscatto
Raccolti i primi grappoli, «annata ottima». Ma il mercato paga ancora l’effetto virus
L’hanno già ribattezzata «la vendemmia del riscatto». Con tanto di rassicurazione: «La qualità si preannuncia ottima». Per la gioia (anche) dei consumatori: è partita la raccolta dell’uva sui Colli Euganei. Il simbolico taglio del primo grappolo è stato effettuato ieri nell’appezzamento dell’azienda agricola Parco del Venda di Vo’ dal viticoltore Michael Toniolo, carico dopo i tanti mesi difficili segnati dal coronavirus: «Dopo l’emergenza sanitaria è tempo di pensare alla prossima produzione e accendere i motori, per rendere eccellente l’annata 2020». Grazie anche ai «vitigni resistenti» presenti sul territorio e incensati da Coldiretti Padova poiché «in grado di produrre vini “salva-ambiente”: ottenuti da 20 varietà incrociate tra specie europee e internazionali, abbattono fino all’85% i trattamenti fitosanitari». A benedire questa svolta ecosostenibile non è solo Coldiretti, che parla di «piano triennale per arrivare al 75% di coltivazione bio», ma anche i consumatori stessi, nel nome tanto del buon vino quanto dell’ambiente: questa nuova frontiera segna infatti una netta riduzione degli interventi con agro-farmaci in caso di malattie come peronospora e oidio, e a giovarne è la qualità. Oltre, ovviamente, ai produttori, a partire proprio dal gruppone di Vo’: nel Comune di circa 3.300 abitanti (tristemente balzato agli onori della cronaca per la prima vittima di Covid-19 in Italia, tanto che nei primi giorni di marzo molte casse di vino erano state rispedite al mittente «per paura» in quanto provenienti dalla zona rossa) si contano infatti ben 250 ettari di vigneti e 270 aziende agricole.
Una concentrazione che si esprime attraverso il Consorzio Vini Colli Euganei, che fa il punto della situazione tramite il presidente Marco Calaon: «Dopo mesi di sofferenza sembra che la fortuna sia tornata a baciarci. L’uva è sana, e quindi prevediamo un’annata più che positiva dal punto di vista della qualità. I segnali sono ottimi, ed è proprio bello raccogliere un prodotto con grandi potenzialità». Soprattutto dopo quanto patito causa coronavirus, che Calaon definisce «una spada di Damocle che continua a pendere sulle nostre teste: dobbiamo sperare che il mercato enologico torni presto a decollare, perché dalla Cina agli Usa è ancora tutto bloccato». E l’idea dei mesi scorsi di trasformare il vino 2019 in gel igienizzante? «Morta sul nascere - conclude Calaon - perché tecnicamente ed economicamente insostenibile».
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Calaon (Consorzio) Bei segnali dopo tanti mesi di sofferenza per i nostri produttori