Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Balzo di contagi, accessi rapidi in ospedale
Il report: 196 positivi in 24 ore, 35 sono turisti dalla Croazia. Zaia: «Corridoi diretti nelle Usl». L’indice Rt a 1,21
Quasi 200 nuovi contagi in un giorno. Crescono i numeri del virus in Veneto anche e soprattutto a causa dei turisti di rientro dai paesi a rischio, Croazia, Spagna, Grecia e Malta. Nella sola Treviso, ieri mattina, sono state testate 35 persone positive che non si conoscevano fra loro, tutte di ritorno dalla Croazia. Così la Regione ha deciso di potenziare il servizio dei Punti d’accesso rapidi per i tamponi negli ospedali. E, intanto, anche la Francia meridionale diventa zona a rischio.
L’allarme è scattato ieri già di primo mattino col bollettino Covid che segnava 119 nuovi contagi. Nel pomeriggio sarebbero diventati 196. Numeri ben più alti di quelli delle ultime settimane che oscillavano fra i 30 e i 50-70. L’impennata è evidente e ha a che fare, moltissimo, con i rientri dai luoghi di mare esteri. Come riportato dal Corriere del
Veneto ieri, sarebbero almeno 15 mila i vacanzieri veneti di ritorno dai Paesi «sorvegliati speciali». Il governatore Luca Zaia, nello spiegare la «grandissima preoccupazione» condivisa anche dai direttori generali delle Usl, cita, non a caso, Treviso. È proprio nella Marca che il fenomeno appare dirompente. Sui 119 casi rilevati ieri mattina, 72 erano concentrati a Treviso e un terzo dei nuovi positivi veneti erano di rientro da una vacanza in Croazia. Trentacinque persone di ritorno dalle spiagge croate senza connessioni di conoscenza reciproca rilevate in un solo giorno. Il bollettino pomeridiano ha alzato ulteriormente l’attenzione su Treviso visto che il totale dei nuovi contagi è di 96 su 196 in Veneto, praticamente la metà. Oltre ai 35 turisti rilevati al mattino nel Trevigiano, si contavano 6 positivi all’aia, 3 alla Bartolini e 9 nella casa di riposo di Vedelago. Fortunatamente tutti asintomatici o paucisintomatici e in isolamento domiciliare. Eppure il dato c’è ed è ormai innegabile. «Il bollettino di oggi - spiega Zaia - parla di una partita importante, quella delle vacanze che, come dimostra Treviso, sta pesando. 35 turisti che provengono dalla Croazia rilevati in una giornata sola sono un indicatore importante. Non voglio diffondeun re allarmismo ma oggi il tema vacanzieri pesa,siamo passati da una fase di ordinarietà ad una di straordinarietà». Non bastassero i riflettori accesi su Croazia, Grecia, Spagna e Malta (su cui vige l’obbligo di tampone al rientro) ora si aggiunge anche l’«occitania», la Francia meridionale che conta importante focolaio ad Adge, la cittadina che col suo promontorio sulla Costa Azzurra, a metà strada con la Spagna, sta preoccupando molto visti i contagi poi riportati in Uk, Olanda e Austria . Per chi torna da quella zona, il governatore lancia un appello - «fatevi fare un tampone» -spiegando che
Zaia Con il potenziamento dei Punti d’accesso rapido negli ospedali non servirà più passare per il medico di base o i numeri verdi
sta ragionando sullo strumento, ordinanza o circolare, per includere anche chi rientra da quell’area fra chi è obbligato ad autodenunciarsi ed essere testato.
C’è chi, anche fra i medici, ipotizza che l’unica strada sia il tampone a chiunque torni in Veneto dall’estero, magari attraverso i meno costosi test rapidi. «L’ideale sarebbe fare tamponi a tutti, l’altro estremo è non farne nessuno - dice Zaia - ma di mezzo c’è il buon senso perché ci sono limiti economici e di operatività. E lo diciamo noi che sui tamponi a tappeto abbiamo creato un certo scalpore inizialmente. Testare tutti resta una grande suggestione perché anche il test rapido costa circa 11 euro e usando una stima al ribasso, 20 mila test al giorno, si arriverebbe a 200 mila euro al giorno, farebbe 72 milioni l’anno. La strada sarà l’allargamento ai Punti di accesso rapido in ospedale, senza passare dal medico, si va lì, tampone e via».
Per contenere il «contagio d’importazione», Zaia annuncia infatti un piano di potenziamento dei «Punti di accesso rapido» negli ospedali. Si tratta di percorsi ad hoc già esistenti concepiti proprio per chi, ad esempio, torna dalla Croazia in auto e deve sottoporsi a tampone. L’idea è di allargare questi punti (già attivi 7 giorni su 7, dalle 7 alle 13) d’accesso al tampone in modo da superare progressivamente gli appuntamenti tramite i medici di famiglia o il numero verde. Perché i numeri continuano a salire, anche quelli degli isolamenti quasi raddoppiati dalla fine del lockdown a oggi ma, spiega Zaia, «è l’effetto delle misure di sanità pubblica, il contact tracing anche perché se non fai i tamponi non li trovi i positivi». Controlli ad ampio raggio che hanno portato a individuare 2.584 positivi in più rispetto al 18 maggio, data spartiacque. I positivi attuali sono 1.842, pari al 27% delle persone in isolamento. Non guasta ricordare, però, che i dati dei ricoveri legati al Covid-19 sono ancora molto bassi: 125 persone in area non critica e 8 in terapia intensiva, nei periodi di massima diffusione del contagio si arrivava a oltre 2.000 persone ospedalizzate. Fra gli 8 casi ricoverati in intensiva c’è anche la bimba di 5 di Padova che, spiega il governatore, «ha un quadro clinico grave, ma per un’altra patologia di cui ci sono solo 3 casi in Italia, non per il Covid secondo la diagnosi differenziale».