Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Limiti ai bus «Impossibile con gli studenti»
Il 14 settembre vanno portati in classe 600 mila ragazzi Le aziende: «Così impossibile garantire corse per tutti»
«Senza la capienza al 100% è impossibile garantire il servizio», dicono le aziende del trasporto locale, per bocca dei presidenti di Anci e Upi. Ci sono 600 mila studenti da portare a scuola con il bus il 14 settembre, ma i nuovi limiti fanno tremare gli operatori.
Le dimensioni del problema: il 14 settembre bisogna portare in classe circa 600 mila studenti, con i bus delle otto «compagnie» venete del trasporto pubblico locale. Il 26 giugno scorso, dato il «decorso positivo» dell’epidemia da Covid in regione, il governatore Luca Zaia, all’interno di un’ordinanza «omnibus», ha stabilito la «compatibilità con un ampliamento del coefficiente di riempimento dei mezzi fino al 100%». Tradotto: pieno utilizzo dei posti disponibili sugli autobus. Quel quadro, però, non è più attuale. Rispondendo alla bozza governativa con le «Linee guida per il trasporto scolastico dedicato», il 31 luglio scorso Upi Veneto scrive: «Appare di difficile e irragionevole applicazione il limite dei quindici minuti di permanenza (degli studenti nel bus, ndr) per consentire la capienza del 100%». Il termine, dice l’unione delle Province, è «troppo breve e non facilmente programmabile». In un passaggio, il documento dell’upi è esplicito: «Senza la previsione di capienza al 100% risulta impossibile garantire il servizio».
Da lunedì, Comitato tecnico scientifico per il contrasto all’epidemia, ministri ed enti locali si siederanno al tavolo tecnico convocato per cercare soluzioni che permettano di scaglionare gli ingressi a scuola degli studenti. Le risposte arriveranno ma, nell’attesa, non si fatica a dar credito a Mario Conte, che sintetizza la situazione come segue: «É caos totale». Sindaco di Treviso e presidente per il Veneto di Anci, l’associazione dei Comuni, Conte è reduce da un confronto coi vertici delle aziende del trasporto locale. E spiega: «Tutte le sigle del trasporto sono concordi su un punto: è fondamentale la capienza del 100%, pur con la mascherina, altrimenti è impossibile garantire il servizio. Non abbiamo tempo, mezzi e personale a sufficienza».
Stando alle ultime direttive nazionali, gli studenti dovranno mantenere il metro di distanza l’un dall’altro fin dal cortile della scuola con l’obbligo di indossare la mascherina, anche durante le lezioni. L’incremento di contagi nelle ultime settimane, evidentemente, ha reso obsolete le rassicurazioni del ministro dell’istruzione: Lucia Azzolina, giusto il 13 agosto, aveva garantito come, una volta seduto al proprio banco, lo studente avrebbe potuto abbassare la protezione. «Rispetto al rientro dei figli in classe – dice Sandra Biolo, segretario regionale di Cisl per la scuola - le famiglie sono in ansia. Il problema del trasporto è rilevante. Il bambino sullo scuolabus ci sta più di quindici minuti. Per non parlare dei ragazzi più grandi, che viaggiano pigiati uno sopra l’altro. Se piena capienza degli autobus significa stare in otto per metro quadro, a cosa serve, poi, la mascherina a scuola?».
Serve, in classe come sui mezzi pubblici, a mettere una toppa in attesa che il sistema scuola completi la riposta alla pandemia: monobanchi, che arriveranno ma ritardo, e spazi, che già mancavano prima e mancheranno adesso, a dispetto dell’impegno e della fantasia di presidi e sindaci. A scuola, però, bisogna intanto arrivarci. «La prima necessità - dice Stefano Marcon, presidente di Upi Veneto e della Provincia di Treviso - è che diano la possibilità di usufruire degli autobus con capienza al 100%, con appositi dpi naturalmente; e che le scuole comunichino come intendano
” Mario Conte (Anci) È un caos di regole, ma a noi serve il 100% della capienza. Non abbiamo mezzi, personale e tempo
” Stefano Marcon (Upi) Le scuole devono comunicare al più presto gli orari di ingresso e uscita dei ragazzi
procedere con gli orari d’ingresso e uscita dei ragazzi». Molti istituti, però, sono ben lontani dallo sfornare l’orario delle lezioni. Senza certezze sul parco docenti, del resto, come potrebbe essere altrimenti? Ancora il documento Upi del 31 luglio: «È necessario chiudere rapidamente i tavoli regionali coordinati dal ministero dell’istruzione sulla flessibilità degli orari scolastici, al fine di avere un quadro chiaro» su cui rimodulare i servizi di trasporto locale, in particolare le linee extraurbane. «Se la situazione sarà simile all’anno scorso - chiude Marcon - si può pensare che le aziende di trasporto, magari con qualche piccolo potenziamento, riescano a dare il servizio. Altrimenti diventa impossibile...».