Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tragedia in montagna, va a cercare i funghi precipita nel dirupo
La difesa: «Stressato, potrebbe aver assunto farmaci»
Era uscita nei boschi assieme alla madre, dalla quale si era poi staccata, per cercare funghi. L’hanno trovata morta, ai piedi di un dirupo a San Pietro di Cadore. La vittima è una bellunese di 61 anni. L’ultima telefonata alla cognata.
«Sono una persona distrutta, non volevo fare del male a nessuno». Poche parole, telegrafiche, affidate alla moglie e all’avvocato difensore, quelle di Luciano Vaccari, il carrozziere di 54 anni accusato di essere il pirata della strada che, domenica sera, ha investito Angela Vignaga, quindicenne di Arzignano, uccidendola. Le accuse per Vaccari, ora in carcere a Vicenza, sono gravissime: omicidio stradale, omissione di soccorso, fuga. A pesare, nella ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri della compagnia di Valdagno con l’aiuto della polizia locale di Arzignano, è soprattutto quella mezz’ora intercorsa tra l’investimento e il ritrovamento, da parte di un altro automobilista, del corpo di Angela, già privo di vita.
Com’è stato possibile non rendersi conto dell’accaduto? Vaccari ha confermato, nelle ultime ore, la versione già data ai militari. «Ho urtato con lo specchietto qualcosa, ma non ho capito cosa — ha detto —. Non ho sentito un grosso impatto. Pensavo fosse una pianta, o una staccionata». Certo, ma il giorno dopo, quando i giornali riportavano già la notizia di una giovanissima morta nella stessa via, in un orario compatibile con il passaggio della sua Panda, le informazioni in suo possesso erano ben diverse. E in effetti, aveva capito, spiega ora. «Ma sono stato preso dal panico, non sapevo che fare».il resto lo hanno raccontato i carabinieri che l’hanno individuato nel pomeriggio di martedì proprio mentre riparava la macchina, nella speranza, chissà, di cancellare la traccia dell’incidente mortale. Ma quello che non sapeva è che la stessa auto era stata ripresa dalla telecamera di un’abitazione vicina, nonché segnalata al Targa System del Comune ai varchi d’entrata.
Tutti questi elementi saranno presi in considerazione dal giudice per le indagini preliminari nella mattinata di oggi. È troppo tardi, naturalmente, per l’alcoltest. Vaccari conta un precedente per guida in stato d’ebbrezza, con tanto di sospensione della patente di guida. Ma è storia di dieci anni fa. Da allora, assicura, è sempre stato sobrio al volante. E lo era anche nella serata di domenica. La difesa (l’avvocato di fiducia è Giuseppe Prencipe di Arzignano) chiederà però un’attenta valutazione psicofisica. Una questione legata ai medicinali che potrebbe aver preso, dietro prescrizione medica, e che potrebbero aver influito sulle sue capacità cognitive mentre era alla guida e nei giorni successivi. Abbastanza da cadere in uno stato d’ansia che l’avrebbe inibito dall’assumersi le proprie responsabilità.
Potrebbe ancora essere aperta l’ipotesi di un trasferimento ai domiciliari, anche in ragione dell’età e dell’emergenza Covid.
Intanto la comunità del Castello, la zona collinare di Arzignano dove è avvenuto l’incidente e dove abitava Angela, si prepara al funerale, che si terrà stamattina alle 10. La parrocchia ha già preparato gli altoparlanti, per consentire ai partecipanti di stare, distanziati, all’aperto. È spettato ieri al sacerdote, don Mariano Lovato, il duro compito di una parola di conforto ai genitori. «È una famiglia — ha detto — che sta cercando di farsi forza, nonostante la gravissima perdita». Mercoledì sera, durante la partecipata fiaccolata, giunto al luogo dell’incidente, aveva detto queste parole: «Ci fermiamo qui, dove qualcuno non si è fermato». Ora aggiunge: «Non sappiamo se Angela avrebbe potuto essere salvata. Spetta al tribunale l’ultima parola. La comunità non nutre il desiderio di vendetta, ma di giustizia». Anche i genitori di Angela, erano presenti, silenziosi, con le candele in mano. Da loro solo le flebili parole: «Grazie a tutti».