Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Mio marito è distrutto, ora chiede perdono»
Arzignano, il pirata della strada arrestato. La moglie: «Non si è accorto. Ora chiede scusa»
Quando l’auto con i lampeggianti imbocca la strada che da via Palladio sale in cima alla collina una manciata di chilometri in linea d’aria dal centro di Arzignano, nel Vicentino - mancano pochi minuti a mezzogiorno. Si ferma sul ciglio e scende un carabiniere. Suona il campanello di una villetta e pochi secondi dopo spuntano un uomo e una donna.
L’uomo è Luciano Vaccari, il pirata della strada che due settimane fa ha travolto e ucciso Angela Vignaga, di appena 15 anni. Non solo non si è fermato a soccorrere la ragazzina, ma quando gli investigatori l’hanno individuato, due giorni dopo, lui aveva già riparato i danni alla vettura. Non era stato complicato, visto che di professione fa il carrozziere.
Da quando il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliari, i carabinieri passano spesso di lì, a controllare che non evada. L’hanno fatto anche ieri e Vaccari si è presentato al cancello con indosso i pantaloni della tuta, la maglietta bianca e la faccia di chi non chiude occhio da un pezzo. La donna al suo fianco, era sua moglie Nadia.
Quando termina la verifica e l’auto con i lampeggianti riparte, in giardino rimane solo lei. Per qualche minuto accetta di parlare, anche per difendere Vaccari dagli attacchi e dalle minacce - pesantissime - comparse in questi giorni sui social network. «Le assicuro che mio marito è un uomo distrutto...», dice. «Quello che è capitato è una tragedia enorme, sia per quella povera ragazza che per la sua famiglia.
Il padre della ragazza Vaccari chiede scusa Il papà di Angela: non so se potrò perdonarlo
Ma mi creda, lo è anche per noi: siamo sconvolti».
È una donna esile, sembra davvero molto provata.
Interrogato dopo l’arresto, suo marito ha detto di non essersi accorto di aver travolto Angela, che passeggiava sul ciglio della strada con il suo cane al guinzaglio. Il danno all’auto? Credeva di aver urtato qualcosa, ma non certo una persona.
Basta scorrere i commenti comparsi in Rete, per capire che in pochi sostengono la sua buonafede. Ma la moglie non ha dubbi: «Io gli credo. In modo assoluto. Lui ha sentito un botto ma non ricorda niente, tanto meno di aver investito una ragazzina. Si è messo a riparare l’auto perché credeva di aver sbattuto accidentalmente contro un muro».
Dei problemi con l’alcol di cui avrebbe sofferto suo marito, lei non vuole parlare. «Non posso dire altro», prova a tagliare. Però poi conferma ciò che era trapelato alcuni giorni fa, circa la possibilità che Vaccari cercasse un dialogo diretto con i genitori di Angela Vignaga. «Li abbiamo già contattati. Mio marito ha scritto una lettera per chiedere loro scusa. Ma non hanno ancora risposto».
Proseguendo lungo quella stessa strada, si arriva al luogo dell’incidente. Ci sono decine di fiori, cuoricini e biglietti che le amiche di Angela hanno appeso a una recinzione. E avanzando ancora verso la cima della collina, c’è la casa dei genitori della quindicenne. Papà Diego è in giardino. Dice che ancora non se la sente di parlare di sua figlia ma spiega di non aver ancora ricevuto la lettera di scuse dell’investitore (probabilmente perché deve prima passare attraverso i rispettivi avvocati) e aggiunge: «Perdonarlo? Non so se avrò la forza di farlo».