Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Mio marito è distrutto, ora chiede perdono»

Arzignano, il pirata della strada arrestato. La moglie: «Non si è accorto. Ora chiede scusa»

- Andrea Priante

Quando l’auto con i lampeggian­ti imbocca la strada che da via Palladio sale in cima alla collina una manciata di chilometri in linea d’aria dal centro di Arzignano, nel Vicentino - mancano pochi minuti a mezzogiorn­o. Si ferma sul ciglio e scende un carabinier­e. Suona il campanello di una villetta e pochi secondi dopo spuntano un uomo e una donna.

L’uomo è Luciano Vaccari, il pirata della strada che due settimane fa ha travolto e ucciso Angela Vignaga, di appena 15 anni. Non solo non si è fermato a soccorrere la ragazzina, ma quando gli investigat­ori l’hanno individuat­o, due giorni dopo, lui aveva già riparato i danni alla vettura. Non era stato complicato, visto che di profession­e fa il carrozzier­e.

Da quando il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliar­i, i carabinier­i passano spesso di lì, a controllar­e che non evada. L’hanno fatto anche ieri e Vaccari si è presentato al cancello con indosso i pantaloni della tuta, la maglietta bianca e la faccia di chi non chiude occhio da un pezzo. La donna al suo fianco, era sua moglie Nadia.

Quando termina la verifica e l’auto con i lampeggian­ti riparte, in giardino rimane solo lei. Per qualche minuto accetta di parlare, anche per difendere Vaccari dagli attacchi e dalle minacce - pesantissi­me - comparse in questi giorni sui social network. «Le assicuro che mio marito è un uomo distrutto...», dice. «Quello che è capitato è una tragedia enorme, sia per quella povera ragazza che per la sua famiglia.

Il padre della ragazza Vaccari chiede scusa Il papà di Angela: non so se potrò perdonarlo

Ma mi creda, lo è anche per noi: siamo sconvolti».

È una donna esile, sembra davvero molto provata.

Interrogat­o dopo l’arresto, suo marito ha detto di non essersi accorto di aver travolto Angela, che passeggiav­a sul ciglio della strada con il suo cane al guinzaglio. Il danno all’auto? Credeva di aver urtato qualcosa, ma non certo una persona.

Basta scorrere i commenti comparsi in Rete, per capire che in pochi sostengono la sua buonafede. Ma la moglie non ha dubbi: «Io gli credo. In modo assoluto. Lui ha sentito un botto ma non ricorda niente, tanto meno di aver investito una ragazzina. Si è messo a riparare l’auto perché credeva di aver sbattuto accidental­mente contro un muro».

Dei problemi con l’alcol di cui avrebbe sofferto suo marito, lei non vuole parlare. «Non posso dire altro», prova a tagliare. Però poi conferma ciò che era trapelato alcuni giorni fa, circa la possibilit­à che Vaccari cercasse un dialogo diretto con i genitori di Angela Vignaga. «Li abbiamo già contattati. Mio marito ha scritto una lettera per chiedere loro scusa. Ma non hanno ancora risposto».

Proseguend­o lungo quella stessa strada, si arriva al luogo dell’incidente. Ci sono decine di fiori, cuoricini e biglietti che le amiche di Angela hanno appeso a una recinzione. E avanzando ancora verso la cima della collina, c’è la casa dei genitori della quindicenn­e. Papà Diego è in giardino. Dice che ancora non se la sente di parlare di sua figlia ma spiega di non aver ancora ricevuto la lettera di scuse dell’investitor­e (probabilme­nte perché deve prima passare attraverso i rispettivi avvocati) e aggiunge: «Perdonarlo? Non so se avrò la forza di farlo».

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Angela Vignaga La quindicenn­e travolta in strada
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Aveva 15 anni Angela Vignaga è la quindicenn­e vicentina travolta e uccisa ad Arzignano

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