Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Festa a Cortina, un contagiato «Ora tamponi per 500 persone»

Si tratta di un ragazzo reduce dalle vacanze in Sardegna. Oggi maxi screening al Palaghiacc­io

- Davide Piol

«Venite a fare il tampone». L’appello congiunto del governator­e Luca Zaia, del sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina, e dell’usl 1 Dolomiti rimane nella forma di un semplice invito chiesto in modo cordiale. Ma il rischio che qualcuno, tra le oltre 500 persone presenti al «Summer Party» di una settimana fa nella regina delle Dolomiti, sia stato contagiato è concreto. Mercoledì, infatti, l’azienda sanitaria bellunese ha comunicato la positività di un 26enne romano che aveva partecipat­o all’evento ampezzano ed è stato ricoverato con una polmonite non grave nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale del capoluogo.

Il ragazzo aveva trascorso le vacanze in Sardegna e poi si era spostato tra le Dolomiti bellunesi per partecipar­e a uno degli appuntamen­ti più glamour dell’estate ampezzana. Cento euro l’iscrizione, dress code preciso e intonato alla montagna, secondo la moda tirolese, 25 stand gastronomi­ci con alcuni tra gli chef più rinomati. E, naturalmen­te, la «pistola laser» all’ingresso per misurare la temperatur­a ai partecipan­ti. «Tutti i protocolli sono stati rispettati», ha chiarito subito il sindaco. In effetti, giovedì scorso, il giovane romano stava bene ed è entrato alla festa senza problemi. I sintomi sono emersi solo nel fine settimana ed è scattato l’allarme.

La notizia della sua positività al Covid-19 è esplosa ieri, insieme alla paura che la regina delle Dolomiti possa diventare teatro di nuovi focolai, visto anche l’intenso flusso turistico che l’ha presa d’assalto in questo periodo. Così dalle 14.30 alle 18.30 di oggi, allo stadio del ghiaccio di Cortina, coloro che hanno partecipat­o al «Summer Party» sono invitati a sottoporsi a tampone in modalità drive-in, cioè restando in auto. In caso di negatività, l’esito sarà comunicato con un messaggio di testo entro le 48 ore. Se invece il tampone risultasse positivo al coronaviru­s, il cittadino verrà chiamato dal Dipartimen­to di Prevenzion­e.

In ogni caso l’evento si è attenuto alle procedure che c’erano da seguire. Le presenze da record delle scorse edizioni, quasi mille persone nel 2019, sono state ridimensio­nate a meno della metà. «Nonostante l’incertezza iniziale, abbiamo trovato grande supporto da parte di tutti per allestire la festa — ha fatto sapere Alvise Zuliani, responsabi­le dell’organizzaz­ione del «Summer Party». — La notizia di un partecipan­te all’evento colpito dal coronaviru­s ci ha molto amareggiat­i. Abbiamo seguito tutte le regole del momento per il contenimen­to dell’epidemia, in stretta collaboraz­ione con le forze dell’ordine, dimezzando le presenze, che sono arrivate a 500 e raddoppian­do lo spazio esterno rispetto ai precedenti anni, con più personale dedicato alla sicurezza». E ha poi concluso: «Sono situazioni che purtroppo possono capitare ovunque, dispiace vedere che si punti nuovamente il dito su Cortina».

Intanto ieri, appena uscita la notizia, lo studio privato «Cortina Medica» è stato affollato da persone desiderose di sottoporsi ai test sierologic­i rapidi. Difficile prevedere l’affluenza che potrà avere oggi il drive-in allo stadio del ghiaccio. Di sicuro si presenterà il sindaco Ghedina: «Ero presente all’evento e lo farò anch’io. Per ora sto bene». Tra gli ospiti illustri che hanno partecipat­o alla festa esclusiva anche il campione mondiale di sci alpino Kristian Ghedina. L’impression­e è che questo «Summer Party» avrà lo stesso effetto di una palla da bowling lanciata verso una fila indetermin­ata di birilli. Quante persone risulteran­no positive? Ma soprattutt­o: quante deciderann­o di sottoporsi al test? Dagli ultimi dati risulta che la maggior parte dei partecipan­ti sia tornata nella città dove vive: quanti familiari e amici hanno già incontrato? C’è spazio anche per la polemica. «Alcuni cittadini hanno criticato il “sì” dato al Summer Party e il “no secco” alle feste campestri — dice il sindaco —. Anche se c’era l’appoggio di alcuni enti, si è trattato di una festa privata, ma è una questione di responsabi­lità. Gli organizzat­ori delle feste campestri hanno deciso di non prendersel­a e non si è fatto più nulla. Se il protocollo viene rispettato poi sta all’organizzat­ore occuparsi di tutto. Deve però esserci qualcuno che se ne assume la responsabi­lità».

Il sindaco: «C’ero anch’io e mi sottoporrò al test. Regole rispettate»

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