Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
ATENEI, PENSARE IN GRANDE
Non son passati molti anni. Roberto Zuccato era presidente di Confindustria Veneto. Spese gran parte del suo mandato attorno all’obiettivo di unire le Università venete, per potenziare il livello di innovazione e renderlo disponibile su tutto il territorio. Fu un lavoro cospicuo, importante. Sostenuto dall’elaborazione di Fondazione Nordest. Il risultato fu che non ci fu nessun risultato: Unive, l’associazione delle Università venete, mai nacque e nulla si fece. Evidentemente non è bastato il peso di Confindustria Veneto, ma hanno pesato di più le logiche, gli interessi «particulari». Negati a parole, ma sempre presenti nei fatti e annidati dappertutto, in casa e fuori. Non si vuol qui ricordare come questo rimanere attaccati alle specificità territoriali (ai campanili, di sempiterna memoria) non abbia prodotto risultati tranne uno: l’azzeramento della struttura veneta di servizi, passata armi e bagagli a banche, fiere e multiutility, emiliane, lombarde e piemontesi. E basta un cenno per dire che è difficile distinguere le responsabilità, largamente diffuse e condivise da società e politica. Si tratta di capire se un’altra storia è possibile, affinché ci sia ancora storia. O dovremo occuparci solo di fabbriche, ombrelloni e viti? Proviamo a raccontarla, allora, un’altra sto-ria. Senza raccontare favole. E’ una favola che l’emilia Romagna sia unita. Ha già bisogno di due nomi e nessuno s’azzardi a dire Emilia senza aggiungere Romagna..
Anche là ci sono le Provincie (due più che da noi), ci sono i distretti, ci sono insomma tutte le specificità (i campanili) di questo mondo. E’ la politica che è diversa? Può essere, ma bisogna capir-ci. E capirci bene. E allora l’esempio delle Università cade a pennello. Perché quello che non è stato possibile con Unive in Veneto, è stato realizzato con MUNER: Motorvehicle University of Emilia Romagna. Tutte le Università (Bologna, Modena e Reggio, Ferrara, Parma) cooperano per l’indirizzo Advanced Automotive Engineering che, anche nella versione Electronic, ha raccolto oltre 300 iscrizioni di studenti provenienti da tutto il mondo, ivi compreso veneti, italiani e tedeschi. E perché i tedeschi? Perché la Regione ha scelto come suoi interlocutori i più grandi produttori internazionali, emiliani ed anche no. Nel caso specifico, Ferrari ma anche Volkswagen Audi che ha acquisito Lamborghini e Ducati. La Regione li ha scelti per almeno due motivi: perché sicuramente capaci di innovazione: E questo è difficilmente discutibile, trattandosi di Ferrari e Volkswagen Audi. E perché sicuramente capaci di aggregazione. E questo è ancor meno discutibile, tant’è che tutte le Università emiliane-romagnole hanno fatto a gara per essere della partita. E non da meno sono state le rappresentanze dell’industria e del lavoro, dei distretti e delle specificità. Tutti uniti. Sotto il grande ombrello dell’impresa multinazionale. E d’altra parte: una grande politica ha bisogno di grandi attori. Nel caso: di grandi imprese. Che ci sono in Emilia Romagna, ma anche in Veneto. Non è stata, lo dico anche come ammissione personale, la nostra politica, nel nostro Veneto. Da noi, il piccolo, bello o non bello, ha fatto testo e contesto. Ha segnato e deciso le politiche di tutti gli attori. Piccoli attori. Pare che i risultati consiglino una revisione. Radicale revisione.