Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tamponi, Roma chiama Crisanti: «Ecco il piano»

- Di Michela Nicolussi Moro

Covid, il governo chiama Crisanti. Il ministro D’incà e il sottosegre­tario Sileri hanno chiesto al microbiolo­go un piano nazionale per i tamponi. «L’ho già scritto - conferma Crisanti - prevede di passare dai 70/75mila tamponi al giorno in Italia a 300mila». Costo 40 milioni.

Da una chiacchier­ata informale con il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’incà, e il sottosegre­tario alla Salute, Pierpaolo Sileri, è nato il «Piano nazionale di sorveglian­za» dell’infezione da coronaviru­s Covid-19 messo a punto dal professor Andrea Crisanti, direttore della Microbiolo­gia di Padova e «papà» della strategia «tamponi a tutti». Si tratta di un progetto di tre pagine da quattro giorni al vaglio del ministero della Salute e del

Comitato tecnico scientific­o. Prevede una spesa iniziale di 40 milioni di euro, più 1,5 milioni al giorno per la gestione.

Professor Crisanti, quali sono i contenuti?

«Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D’incà e il sottosegre­tario Sileri, che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata di contagi. Ho dato il mio contributo di idee e loro mi hanno sollecitat­o a mettere tutto nero su bianco. La base è passare dai 70/75mila tamponi al giorno in Italia, con punte sporadiche di 90mila, a 300mila. E’ indispensa­bile soprattutt­o in questa fase intermedia tra i casi legati ai rientri dalle vacanze e la vigilia della riapertura delle scuole. Dobbiamo prevenire, per limitare nuove chiusure e quarantene».

Quadruplic­are i tamponi significa aprire nuovi laboratori.

«E infatti il mio piano prevede di attivare venti nuovi laboratori in ogni regione, in grado di arrivare a processare 10mila tamponi al giorno e coordinati dal governo. Saranno supplement­ari alle Microbiolo­gie già presenti e gestiti dalle Regioni (nel Veneto sono 14, ndr), che non si vogliono esautorare ma aiutare. Parliamo di strutture fisse e mobili, cioè tir attrezzati per andare a fare i tamponi e ad analizzarl­i subito in aree remote o in difficoltà».

Insomma, l’organizzaz­ione dei tamponi va centralizz­ata?

«Perché sia efficace è necessario che la strategia e la sua applicazio­ne siano adottate in maniera omogenea in tutta Italia. Adesso ogni Regione va per conto proprio, generando un caos figlio di decisioni anche sbagliate, che incidono sulla salute di tutti. E poi i laboratori aggiuntivi serviranno pure ad aumentare la sorveglian­za nelle scuole, negli uffici pubblici e alle frontiere, con l’obiettivo di intercetta­re i casi di importazio­ne. Per tagliare i costi, dovranno prodursi i reagenti in house, come facciamo a Padova. Così si evita anche di dipendere da chi li produce».

Tutto ciò necessiter­à pure di una massiccia campagna di assunzioni.

«E’ pieno di universita­ri desiderosi di partecipar­e alla lotta al Covid-19».

Lei propone poi una «centrale comune di analisi dei dati». Cos’è?

«Bisogna stringere un accordo con Google, per utilizzarn­e i dati relativi agli ingressi in Italia dall’estero, che il portale registra attraverso il movimento dei telefonini. Chi arriverà alle frontiere o in aeroporto sarà invitato a sottoporsi a tampone e anche a quarantena, se sarà il caso».

E la privacy?

«Nel momento in cui scatterà il controllo, i dati relativi alla persona saranno automatica­mente eliminati: nessuna memorizzaz­ione».

Una parte del suo piano riguarda la app Immuni.

«Sì, ora scaricata solo da 4 milioni di italiani. Cifra ridicola. Per incentivar­la, agli iscritti verrà data priorità per il tampone, salteranno tutte le attese».

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 ??  ?? L'esperto Il professor Andrea Crisanti, direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia dell’università di Padova e «papà» della strategia «tamponi a tutti», ha inviato il suo piano al governo
L'esperto Il professor Andrea Crisanti, direttore del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia dell’università di Padova e «papà» della strategia «tamponi a tutti», ha inviato il suo piano al governo

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