Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Manodopera, sos nei vigneti
Norme anti-covid e permessi in scadenza. Pan: «Il governo non ci ascolta»
Tra le misure anti-covid per i braccianti, solitamente molto numerosi, che arrivano dall’est Europa e la scadenza (al 31 agosto) dei permessi di soggiorno per gli extracomunitari, si preannuncia un autentico Sos manodopera per la vendemmia in Veneto: potrebbero mancare all’appello 4.000 raccoglitori. L’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan: «Abbiamo proposto diverse soluzioni ma questo governo non ci ascolta».
Più delle bizze del maltempo, che tuttavia non dovrebbero inficiare qualità e quantità di una vendemmia che si prospetta buona sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, a preoccupare i viticoltori veneti è soprattutto la difficoltà nel reperire manodopera per la raccolta. Latitano, infatti, i braccianti dell’est europeo, a causa delle normative legate all’emergenza Covid.
È previsto, infatti, per tutti i lavoratori provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania, l’obbligo della quarantena per 15 giorni. Sarebbero circa 4.000 gli stagionali a mancare all’appello, per la maggior parte rumeni. «Questo è un tema che abbiamo affrontato più volte con la ministra Bellanova, ma si è preferito insistere sulla regolarizzazione degli immigrati, misura che ha prodotto risultati insufficienti», commenta l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, che aggiunge: «Purtroppo le nostre sollecitazioni per la reintroduzione dei voucher sono rimaste inascoltate. Lo stesso per i cosiddetti “corridoi verdi”, misure semplificate da parte del governo per agevolare l’arrivo di lavoratori dall’est europeo. Avevamo anche chiesto la quarantena in azienda, cioè l’attività lavorativa durante il periodo di quarantena in modalità separata dagli altri dipendenti, ma la proposta è caduta nel vuoto. Lo chiedevamo noi e le organizzazioni di categoria. Se ci avessero a ascoltati a suo tempo - conclude Pan -, oggi non ci troveremmo in questa situazione». Che fare, quindi? «I tamponi vanno fatti, così come i controlli. Fortunatamente la nostra regione ha una sanità efficiente che sta accelerando il più possibile i test di questi lavoratori».
«Il problema esiste e le aziende lo stanno riscontrando - commenta Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Prosecco Superiore DOCG -. Difficile trovare strade alternative; spiace non aver trovato soluzioni tali da poter incentivare, per esempio, le persone in cassa integrazione, i pensionati, o quanti fruiscono del reddito di cittadinanza. I voucher, in questo senso, sarebbero stati molto utili. In questo modo si penalizzano maggiormente le aziende che raccolgono l’uva a mano. Speriamo di non dover perdere prodotto, perché lasciato in vigna».
Così Giancarlo Moretti Polegato, titolare di Villa Sandi: «Questa situazione causa più problemi ai piccoli conferitori piuttosto che ad aziende come la nostra, che lavorano con persone che vivono in zona. Ci organizzeremo con più attenzione e con tempi migliori per agevolare i conferitori. Per quanto concerne i nostri dipendenti diretti, abbiamo già predisposto al rientro in azienda test sierologico e tampone per tutti».
Situazione critica anche a ovest, tra i filari della Valpolicella: «È un grosso ostacolo – sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio di Tutela Valpolicella doc e dei viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto -. Alla carenza di manodopera si aggiunge la mancanza di strumenti legislativi snelli, come la semplificazione dei voucher agricoli». La Coldiretti regionale rilancia una proposta operativa: «È indispensabile prorogare al 31 dicembre tutti i permessi di soggiorno ai lavoratori stagionali extracomunitari già presenti in Italia. per salvare la vendemmia». I permess, infatti, scadono il 31 agosto, proprio alla viglia di uno dei momenti più delicati dell’intera annata agraria, con le attività di raccolta in pieno svolgimento.
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Innocente Nardi Difficile trovare alternative, i voucher sarebbero tornati utilissimi Speriamo solo di non dover lasciare prodotto sulle vigne