Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Abolito il superticket Faceva saltare 2,5 milioni di visite
Il primo settembre sarà cancellato il superticket di 10 euro sulla ricetta rossa per le prestazioni specialistiche, che dal 2011 si aggiunge ai 36,15 euro di ticket di base, rendendo più convenienti nel privato puro almeno un migliaio di prestazioni. Ma soprattutto «l’odioso balzello», come lo definì il governatore Luca Zaia, impedisce a molti veneti di curarsi, come testimoniano i 2,5 milioni di visite ed esami diagnostici che ogni anno saltano su un totale di 70 milioni. L’addio all’imposta lo ricorda il ministro della Salute, Roberto Speranza, che su Facebook scrive: «Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma, che entra in vigore dall’1 settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più». La manovra è stata resa possibile da un investimento statale di 550 milioni, che saranno ripartiti tra le Regioni: 45 vanno al Veneto.
Per Palazzo Balbi si tratta di una vittoria dopo nove anni di battaglia, iniziata con il ricorso contro il provvedimento adottato dal governo Berlusconi e perso alla Consulta nel 2011, al quale seguì la decisione di dimezzare il superticket a 5 euro per i redditi inferiori a 29mila euro. Tassa definitivamente abolita, sempre per i cittadini con reddito sotto i 29mila euro, a partire dal primo gennaio scorso, grazie al riparto tra le Regioni di 60 milioni di euro, dei quali 6,8 al Veneto, extra Fondo sanitario nazionale. «Ora finalmente il superticket sulla specialistica sparisce per tutti gli italiani — commenta Giuseppe Cicciù, presidente regionale del Tribunale del Malato — ed è anche merito della raccolta firme da noi promossa due anni fa e depositata al ministero della Salute. Abbiamo sempre rivolto molta attenzione a questo assurdo onere che grava particolarmente sulla testa di molti cittadini in passato già penalizzati dalla crisi economica e adesso ulteriormente in difficoltà per l’emergenza Covid-19. La situazione è critica, noi continueremo a stare all’erta perché spesso accade che se il governo da una parte dà, dall’altra toglie».
Il tribunale del Malato in Veneto conta 16 sportelli in tutte le sette province, che dall’inizio della pandemia ha dovuto chiudere. «La gente però continua a cercarci per telefono — chiarisce Cicciù — e tante persone ci hanno chiesto aiuto proprio perché non riuscivano a pagare il doppio ticket su prestazioni importanti. E allora siamo intervenuti, soprattutto a Treviso e a Verona, per cercare di risolvere il problema, andando a parlare con i dirigenti delle Usl e gli specialisti».
Soddisfatti pure i medici di famiglia. «Molto spesso alla prescrizione di un accertamento corrisponde la frase: dottore non ho i soldi per il ticket — rivela Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg, sigla di categoria —. E ciò accade in particolare con i pazienti che devono affrontare una serie di prestazioni specialistiche ripetute nel tempo e quindi sono costretti ad affrontare la spesa più di una volta. Il problema è che se si evita un esame, una patologia gestibile può degenerare in un quadro clinico grave. Ecco l’importanza vitale dell’abolizione di una tassa responsabile di non pochi danni in questi nove anni».