Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La quarantena? Peggio degli arresti domiciliari Così danni non risarciti
Apprendo dal telegiornale che in alcune regioni d’italia le persone di ritorno dalle ferie , rimanendo nella propria auto, sono state sottoposte immediatamente a tampone per verifica coronovirus. Anche in Veneto tutto si svolge rapidamente? Così non è, almeno secondo quanto mi riferisce telefonicamente una persona che, accertato di avere 37,7 di febbre e sintomi che potevano essere ricollegabili al coronavirus, ha telefonato al numero «dedicato» 1500, per avere chiarimenti. La risposta è stata che, intanto, doveva restare in isolamento domiciliare per 14 giorni, entro i quali sarebbe stata sottoposta a tampone, presumibilmente, dato il «sovraccarico» di accertamenti, non prima di una settimana. Tale misura restrittiva è più pesante degli arresti domiciliari perché oltre all’obbligo di restare in casa, impone di rimanere in una stanza dedicata, dormire da soli, consumare il pasto nella stanza; dev’esserci l’uso esclusivo di un bagno o, se la casa ne ha uno solo,va sempre disinfettato dopo l’uso. Mentre gli arresti domiciliari sono disposti dal giudice con un motivato provvedimento che indica gli accertati gravi indizi di colpevolezza di reato, l’isolamento domiciliare consegue a una mera telefonata e ciò in applicazione dell’ordinanza Zaia n.64 del 6 luglio scorso ( prorogata dall’ordinanza n. 84 del 13 agosto) che stabilisce l’obbligo di isolamento fiduciario per 14 giorni, tra l’altro precisando in caso di «compresenza di infezione respiratoria e temperatura superiore a 37,5 gradi centigradi, il soggetto è obbligato a contattare il medico curante e rimanere in autoisolamento». Ritengo che tale termine sia eccessivo. Il tampone dovrebbe essere effettuato. immediatamente,con assoluta urgenza e non entro 14 giorni durante i quali «l’isolato aspetta». A prescindere dal proverbio «mentre i medici si consultano il malato muore», resta il grave disagio in cui ci si trova nei giorni d’attesa e il fatto che ciò può comportare danni con riferimento a scadenze del proprio lavoro, che non si sarebbero verificati se il tampone fosse stato tempestivo. Chi risarcisce?