Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Accordo sui trasporti ma si teme il caos
Posti fino all’80% e 350 milioni agli enti locali per ingaggiare i privati. De Berti: restano criticità, il caso Venezia
Piano per i bus, il Veneto: non basta
Trasporti per la scuola, raggiunto l’accordo tra il governo e le Regione sui criteri: capienza fino all’80 per cento e fondi per ricorrere ad aziende private. L’assessore De Berti: «Restano delle criticità».
«L’inizio della scuola, il 14 settembre, sarà un test al buio. Speriamo che Dio ce la mandi buona». Elisa De Berti, assessore regionale ai Trasporti, lo dice con un sospiro al termine della Conferenza Stato-regioni che ha approvato le linee guida per bus e treni in vista del ritorno di bambini e ragazzi sui banchi. «Le criticità restano invariate rispetto a quanto abbiamo denunciato fin dal primo documento ufficiale spedito al governo, il 31 marzo scorso prosegue -. Ora, a due settimane dalla ripresa delle lezioni, arrivano queste linee guida frutto di un compromesso tra le richieste degli enti locali e quelle del Comitato tecnico scientifico. Scopriremo solo sul campo se reggeranno l’urto o sarà il caos».
Nella sostanza, è stata accolta la proposta unitaria con cui Regioni, Province e Comuni si sono seduti al tavolo con i ministri degli Affari regionali Francesco Boccia, delle Infrastrutture Paola De Micheli, della Salute Roberto Speranza e dell’istruzione Lucia Azzolina. Detto che nessuno studente potrà salire con temperatura superiore a 37,5°, a bordo di bus, scuolabus e treni sarà consentito un coefficiente di riempimento non superiore all’80% (il Veneto chiedeva il 100%, con uso della mascherina), prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti. Si sta cercando il materiale migliore per separare le sedute: quando sarà stato trovato, sarà possibile un indice di riempimento «pressoché totale».
Inoltre, per aumentare le corse durante le ore di punta, «possono essere destinate ai servizi di linea per trasporto di persone anche le autovetture a uso di terzi attraverso procedure semplificate per l’affidamento dei servizi» così recita la nota del Mit. Ora, le «autovetture a uso terzi» sono i taxi e le auto a noleggio con conducente mentre è in dubbio che la definizione possa essere estesa ai pullman privati. Gli uffici della Regione sono al lavoro per capirne di più mentre sin d’ora De Berti avvisa: «Ci sono luoghi, come il ponte della Libertà e piazzale Roma a Venezia che non sono in grado di reggere l’aumento delle corse necessario per trasportare tutti».
Per acquistare questi servizi extra, gli enti locali potranno spendere 350 milioni (200 le Regioni e 150 Comuni e Province) attingendo alle risorse già stanziate per i mancati introiti delle aziende del Tpl, che dovranno quindi essere reintegrate in un secondo tempo, se non si vuole tirare la coperta di qua, per scoprire di là, mandando in crisi i bilanci delle aziende di settore.
Infine, una curiosità: «Nel trasporto pubblico locale il distanziamento di un metro non è necessario nel caso si tratti di persone che vivono nella stessa unità abitativa, nonché tra i congiunti e le persone che intrattengono rapporti interpersonali stabili» si legge nella nota. E se arriva il controllore? Basterà firmare un’autodichiarazione.
Il nodo di Venezia
Piazzale Roma secondo De Berti non può reggere l’aumento delle corse