Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Barcavelox» illegittimo stop alle multe nei canali
Hanno ragione i trasportatori e i motoscafisti, ma anche quei veneziani che a bordo del loro barchino sono stati immortalati a velocità superiore a quella consentita e hanno presentato ricorso contro le multe: le telecamere di Argos sono - anzi, erano, il sistema di videosorveglianza oramai non esiste più - illegittime. Lo sostiene la Corte di cassazione in un’ordinanza che ha avuto sei mesi di gestazione (l’udienza è del 6 dicembre 2019, la sentenza è stata protocollata il 20 agosto) e che mette una pietra tombale su una battaglia che divide la città da anni. Ancora una volta, tra rii e canali, si torna a parlare del problema del controllo del traffico acqueo, o meglio di come monitorare che le imbarcazioni rispettino le regole, nonostante la latitanza di norme nazionali che tengano conto della specificità della laguna, dove la barche sono usate esattamente come le automobili in terraferma.
Ora, però, dopo centinaia di ricorsi, proteste e un parere del Garante della privacy di ormai quasi dieci anni fa (dava il via libera all’uso di Argos), si è arrivati a un punto fermo che toglie ogni dubbio. La Cassazione, chiamata in causa dal Comune contro una sentenza del 2018 che annullava una multa a un tassista acqueo che correva a 11 chilometri orari invece che a 7, dà ragione ai giudici di pace e dell’appello e stabilisce che le sanzioni rilevate dagli occhi elettronici disposti lungo il Canal Grande e rio di Cannaregio non si potevano fare. Il motivo è semplice: se si usa un sistema identico agli autovelox servono le autorizzazioni ministeriali e la videosorveglianza deve essere omologata. Cosa che il Comune sta cercando di fare, in realtà.
Con i fondi del Patto per Venezia, sottoscritto nel novembre 2016 dall’allora premier Matteo Renzi e dal sindaco Luigi Brugnaro, è stata realizzata la «Smart control room» per la gestione dei flussi al Tronchetto e in quell’ambito è iniziato il processo di ammodernamento di Argos con un nuovo sistema che dovrebbe ottenere tutti i via libera del caso. La procedura è stata avviata attraverso la Capitaneria di Porto e il ministero alle Infrastrutture dovrebbe predisporre un decreto, come quelli appunto per gli autovelox. Il condizionale tuttavia è d’obbligo: per quanto tutti a Roma e Venezia concordino nella necessità di controllare il traffico in laguna non esiste una legge di riferimento. Un po’ come succede per l’alcoltest in caso di incidenti acquei, la modifica ai codici di navigazione a Roma c’è stata ma non sono mai arrivati i decreti attuativi. Per ora dunque valgono le sentenze dei giudici di pace, del tribunale d’appello e ora a dare sostegno agli avvocati che si oppongono alle multe di Argos anche della Cassazione. «Abbiamo sempre sostenuto che senza omologazione le sanzioni non erano valide - dice l’avvocato Jacopo Molina - Ci sono centinaia di ricorsi, il Comune potrebbe annullare le multe in autotutela, anche perché perdendo in aula le spese ricadono sul pubblico».
L’amministrazione, dalla sua, sta studiando l’ordinanza: «Speravamo - ammette il comandante della polizia locale Marco Agostini - che fosse di altro tenore e che il nostro memoriale di 40 e oltre pagine venisse tenuto in maggiore considerazione, vedremo come comportarci, se non ricorrere più in Appello in caso di sentenze del giudice di pace. Con il nuovo sistema di sorveglianza il problema si risolverà». Argos nacque ai inizi Duemila all’epoca del commissario al moto ondoso e fin dai suoi primi vagiti (fu spento e riacceso più volte) ci furono conflitti sulla sua legittimità. La questione sembrava essersi risolta con il parere del Garante della privacy ma i ricorsi dei multati («Molti trasportatori e motoscafisti presentano ricorso anche contro il rischio di sanzioni disciplinari e blocco del mezzo», sottolinea Molina) hanno riaperto il caso «Argos». Di fatto, finché le nuove telecamere non saranno autorizzate, chi ha la mano pesante sull’acceleratore può essere sanzionato solo se colto in flagrante con i laser di rilevamento della velocità delle postazioni fisse di vigili e forze dell’ordine.