Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

A rischio le navette per le scuole: «Chi le paga?»

I mezzi dovrebbero trasportar­e gli studenti delle superiori senza cambi. Lo scoglio dei privati

- Davide D’attino

Inutile girarci attorno. Si trova ancora in alto mare il progetto che prevede l’istituzion­e di un servizio di autobus «navetta» per gli studenti che abitano nei Comuni della cintura e che frequentan­o gli istituti superiori della città. Tale servizio, infatti, non riuscirà a essere operativo per lunedì 14 settembre, primo giorno del nuovo anno scolastico. E forse, si comincia a sussurrare con insistenza, è addirittur­a destinato a naufragare. D’altronde, quando ormai mancano meno di due settimane al «D-day», le riunioni tra prefettura, Provincia, Ufficio scolastico provincial­e e Busitalia Veneto continuano a susseguirs­i. Ma la fatidica quadratura del cerchio sembra appunto molto lontana. E il motivo, per quanto assai rilevante, non è solamente quello dei costi e di chi dovrà farsene carico. «Già prima che governo e Regioni decidesser­o di ridurre del 20% la capienza dei mezzi per evitare l’assembrame­nto dei ragazzi spiega il presidente della Provincia, Fabio Bui, che amministra i 69 istituti superiori padovani frequentat­i da quasi 37.500 studenti - Busitalia non era in grado di assicurare da sola il servizio e quindi sarebbe stato necessario rivolgersi anche ad alcune aziende private. Ma ora, visto quanto deciso da Roma in accordo con i governator­i, l’apporto di queste aziende private è divenuto imprescind­ibile».

E allora ecco che torna in ballo il tema dei soldi: «Per dare vita al progetto - evidenzia il numero uno di Palazzo Santo Stefano - va ovviamente fatta una gara pubblica. E per farla, se siamo bravi, c’è bisogno almeno di un mese. Ma poi, la domanda delle domande è questa: chi paga? Il governo? La Regione? La Provincia? Oppure vogliamo scaricare tutti i costi sulle famiglie?». Parole, quelle di Bui, che confermano chiarament­e l’altissimo mare scritto in avvio.

Il servizio di autobus «navetta», come forse si ricorderà, dovrebbe collegare i Comuni della cintura con quattro poli scolastici cittadini (senza più passare prima per la Stazione): quelli di via Cave, via Facciolati, via del Plebiscito e via Manzoni. Ma la sua attivazion­e, malgrado l’ottimismo delle scorse settimane, non è mai stata così in forse. Ieri intanto, tra mascherine anti-covid, calzari sopra-scarpe e misurazion­e della temperatur­a all’ingresso, è suonata la prima campanella per i circa 5.500 bambini da zero a sei anni degli asili nido e delle scuole dell’infanzia che si trovano all’ombra del Santo (in totale, 95 plessi tra pubblici e paritari). E l’assessore cittadino alla Scuola, Cristina Piva, ha fatto tappa prima al nuovo nido di via del Commissari­o e poi alla scuola primaria Deledda di via Cortivo, dove sono stati trasferiti gli alunni del nido Girotondo di via Melli (di cui è in programma la demolizion­e-ricostruzi­one).

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In ballo Sono i servizi dal 14 settembre

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