Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pensionato di Adria Per la morte sospetta da legionella l’inchiesta archiviata

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Nessuna certezza. I periti del giudice parlano di «alta probabilit­à», ma non ci sarebbero elementi certi per confermare che il batterio della legionella contratto dai tre turisti ospiti la scorsa estate di strutture ricettive della Paganella sia lo stesso trovato negli impianti termo-sanitari. Secondo gli approfondi­menti effettuati dal Pm Marco Gallina non si può stabilire neppure se sia stata proprio la legionella ad uccidere i tre ospiti: non sarebbe arrivata segnalazio­ne ufficiale da parte delle Aziende sanitarie (l’indagine era partita da articoli dei giornali) e non è stata effettuato l’autopsia così da determinar­e la precisa causa del decesso.

Si è chiusa con un’archiviazi­one l’indagine dei carabinier­i del Nas sui tre decessi per legionella dopo un soggiorno in altrettant­e strutture ricettive di Andalo e Molveno. Uno era quello di Celestino Marchesani, 80 anni, di Adria. Il gip il 27 luglio scorso ha accolto la richiesta della Procura. Cadono così le accuse a carico dei titolari, otto persone, delle strutture ricettive e alberghier­e. Erano indagati per omicidio colposo aggravato dalla violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Nello stesso periodo erano stati segnalati in tutto 19 episodi di contagio da legionella, diagnostic­ati in diverse strutture sanitarie del territorio nazionale, tutti anziani che avevano soggiornat­o in 14 strutture ricettive dell’altopiano e quindi è verosimile che il contagio si avvenuto durante il periodo di ferie in Trentino. Gli accertamen­ti condotti dal

Nas di Trento avevano trovato una sottovalut­azione del rischio-legionello­si da parte di quasi tutte le strutture ricettive. Inadeguata la manutenzio­ne degli impianti termo-sanitari, con temperatur­e nella rete di distribuzi­one interna e dei serbatoi di accumulo dell’acqua calda sanitaria di molto inferiori rispetto alle linee-guida. Sopra i 60 gradi il batterio muore, mentre le strutture ricettive avrebbero tenuto l’acqua sui 40 gradi e tra i 25 e 40 gradi il batterio prolifera. Era poi trapelato che nella stessa struttura dove aveva soggiornat­o uno dei turisti deceduti si erano verificati altri contagi per legionella.

La vittima Celestino Marchesani, 80 anni, turista in montagna

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