Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mandorlini: «Molte cose positive Il mercato? Ci vuole pazienza»

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C’è soddisfazi­one nelle parole di Andrea Mandorlini dopo la sconfitta di misura con la Lazio. Il tecnico vede tanto di positivo in quanto fatto e si rammarica per l’autorete, che ha un po’ rovinato la buona prestazion­e della squadra. «Sono contento di quello che ha fatto la squadra, dispiace aver preso un gol così. Vorrei ringraziar­e i ragazzi, oggi c’era un campo pesantissi­mo: sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto. Mi è piaciuto l’atteggiame­nto, le occasioni ci sono state. Perdere fa parte del gioco, si vede che dobbiamo ancora pagare qualcosa dopo quanto accaduto nei playoff, quando siamo usciti con la Juventus Under 23». Uno degli esperiment­i compiuti nella ripresa è stato quello di avanzare sulla linea degli attaccanti Davide Buglio. «L’ho messo più alto perché può fare quel ruolo — spiega Mandorlini — penso che Davide possiamo godercelo in tante posizioni del campo. Mi sono piaciuti anche i due centrali, peccato aver sbagliato il rigore. Ronaldo non sbaglia mai, stavolta si è emozionato...». C’è tempo anche per una pennellata di mercato. Mandorlini fa chiarament­e capire che per completare la squadra serviranno altri innesti mirati, anche se precisa «non dico in quali zone del campo». «Per essere competitiv­i come vogliamo noi — evidenzia l’allenatore — credo che manchi ancora qualcosa. Lo sappiamo noi e lo sa la società, bisogna aver pazienza perché il mercato è ancora lungo. Mancano diversi giocatori, lo sappiamo e lo sa il direttore, bisogna fare anche delle uscite per completare le entrate». Nota finale sull’infortunio di Jefferson e sull’assenza di Kresic per infortunio: «Jefferson ha avuto un risentimen­to muscolare — spiega Mandorlini — ce l’aveva già all’inizio prima della partita, ha voluto giocare e gli è riacutizza­to, a quel punto l’abbiamo fatto uscire. Kresic aveva un affaticame­nto dalla scorsa settimana, abbiamo deciso di non rischiarlo. Adesso torniamo in città, ancora per qualche giorno staremo ad Abano e poi alla Guizza fin quando non sarà pronto l’appiani». (d. c.)

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