Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I focolai crescono, ora sono 329 e il 17% dei casi arriva dall’estero
Report del ministero dell Salute, che prorogherà al 30 settembre l’obbligo di tampone per chi rientra dai Paesi a rischio: scade lunedì
Crescono da 234 a 329 i focolai di Covid-19 in Veneto, benché la classificazione del rischio scenda da «moderata» a «bassa». Emerge dal nuovo report del ministero della Salute, che a proposito della regione scrive: «Casi in aumento. Nei cinque giorni precedenti la fine del monitoraggio sono stati notificati nuovi soggetti colpiti dal virus sotto i 50 anni, ma si conferma l’indice del contagio Rt sotto l’1 (la soglia di guardia, ndr), a 0,87. Sono segnalati 329 focolai attivi, in aumento, di cui 146 rilevati nella settimana di monitoraggio in corso. Non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri». Negli ultimi 14 giorni il Veneto ha però raggiunto il tasso di incidenza più alto d’italia: 35,19 contagi per 100mila abitanti, contro una media nazionale di 23,68. Al secondo posto l’emilia Romagna, con 30,98, e al terzo la Liguria con 30,59. La Lombardia scende a 27,83.
Ieri il bollettino regionale ha riportato altri 206 casi (contro i 311 di venerdì), per un totale da inizio emergenza di 23.862, nessun decesso (restano 2130), un solo ricovero in più in reparto (complessivamente 151) e tre in Terapia intensiva (16). Il cluster maggiore resta quello di Treviso, con ulteriori 76 soggetti positivi al tampone, legati per lo più all’aia di Vazzola e ai vacanzieri al rientro dai Paesi a rischio. Ma tra gli ultimi contagiati c’è anche una giovane donna incinta alla 14ma settimana, ricoverata all’ospedale di Conegliano. E’ stata inviata dal consultorio all’ambulatorio delle urgenze ostetriche per il persistere e l’aggravarsi di nausea e vomito gravidico e quando è arrivata all’ospedale non presentava i segni sospetti del Covid-19. Ma il tampone prericovero è risultato positivo al coronavirus e quindi la direzione medica ha disposto lo screening immediato sui contatti della donna e sul personale del reparto di Ostetricia e Ginecologia. I primi 30 test rapidi sui sanitari hanno evidenziato 29 negativi e un positivo, che ora dovrà sottoporsi a tampone di conferma. Finora negativi gli accertamenti sugli altri contatti della giovane (i familiari e le tre compagne di stanza). «Ora è isolata in una camera singola — spiega la direzione medica — la situazione del reparto non deve destare preoccupazione, stante l’immediato testing per tutti».
L’altro fronte caldo sono appunto gli arrivi da Malta, Spagna, Grecia e Croazia: il ministero della Salute rinnoverà fino al 30 settembre l’obbligo di tampone, che scade lunedì, come la quarantena per i soggetti in entrata da Romania e Bulgaria, anch’essa prorogata a fine mese. Del resto solo nell’ultima settimana il 17% dei nuovi contagi di Covid-19 in Veneto (142) sono importati dall’estero. Senza contare le 8305 persone in isolamento domiciliare. «Sì, ma solo 144 sono sintomatiche — sottolinea il governatore Luca Zaia — a riprova che il 94% degli attuali contagiati dal coronavirus non ha sintomi e si negativizza in fretta. Infatti non c’è emergenza ospedaliera. Stiamo comunque suddividendo i casi degli ultimi due mesi per categorie: vacanzieri, immigrati, lavoratori, per capire meglio le dinamiche dell’epidemia. E poi sono preoccupato per l’influenza che arriverà in autunno e avrà l’esigenza di una diagnosi differenziata in tempo reale, anche per evitare psicosi. In termini di strumenti diagnostici siamo molto avanti, da mesi stiamo testando i più sofisticati». Come il tampone multiplo, capace di rilevare sia il Covid19 che l’influenza.