Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Altre due morti, è strage alla Casa di cura
Salgono a quattro i decessi, tutti di donne anziane, di degenti provenienti dalla clinica di Porto Viro
Con i due di ieri, salgono a quattro i decessi per Covid 19 di degenti provenienti dalla Casa di cura a Porto Viro. A spirare, come annunciato dall’usl 5, due donne, una di 85 e una 68 anni, del Basso Polesine, pazienti trasferite dalla clinica «Madonna della Salute» all’ospedale «Covid» a Trecenta. Entrate per curare patologie pregresse e gravi in quello che è nei fatti l’ospedale di riferimento del Delta del Po, sono morte dopo il contagio da coronavirus nella clinica e il trasferimento nell’ospedale polesano specializzato Covid.
«Dopo il riscontro di positività erano state trasferita all’ospedale Covid di Trecenta, una in Area medica e una in Terapia intensiva, dove sono decedute nelle scorse ore — spiega il direttore generale dell’usl 5, Antonio Compostella — Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarle».
Stesso amaro destino per altre due donne, anche loro del Basso Polesine, una di 80 anni e una di 85, mancate nei giorni scorsi dopo aver contratto il coronavirus come pazienti della clinica a Porto Viro.
Le famiglie delle anziane decedute, dopo aver parlato con i medici, stanno valutando il da farsi. Al momento in Procura a Rovigo non è ancora stato aperto nessun fascicolo
Vittime Originarie del Basso Polesine Famiglie valutano se fare esposti in Procura
La difesa Il manager Mazzuccato: «C’è inchiesta interna, morte persone con gravi patologie»
di indagine sui decessi Covid19 legati alla Casa di cura «Madonna della Salute».
«Se c’è una responsabilità, la individuerà eventualmente il magistrato — dichiara il dg Compostella — La Casa di cura di Porto Viro è privata, ma accreditata con la sanità pubblica. È un presidio ospedaliero, è nelle condizioni di gestire emergenze come queste. Ma come Usl 5 siamo intervenuti perché ci pareva doveroso nei confronti del territorio. Così abbiamo riattivato l’ospedale Covid».
Una situazione degenerata quella dopo la scoperta del focolaio da coronavirus nella struttura privata lo scorso 4 settembre. Ad oggi, alla Casa di cura «Madonna della Salute» che fa capo a Giuseppe
Puntin, big della sanità privata convenzionata in Veneto, ad essere risultati positivi sono in 37 tra pazienti (tutti trasferiti a Trecenta) e operatori sanitari.
Stefano Mazzuccato, dal 2003 amministratore delegato della clinica, da la sua versione. «Non conosco i nomi di chi purtroppo è deceduto — spiega il manager — ma so che erano nostri ospiti perchè tutti gravati da importanti patologie pregresse, compresa la donna di 68 anni, già prima che contraessero il Covid-19».
Mazzuccato aggiunge che «l’inchiesta interna per capire come mai sia scoppiato il focolaio di coronavirus nella struttura è ancora in corso» e che «la sanificazione della Casa di cura ha subito un leggero ritardo, ma entro questa settimana inizieranno le operazioni».
Sempre a Porto Viro, Comune guidato dal sindaco Maura Veronese, è stata comunicata domenica scorsa la positività di una bimba di due anni e mezzo frequentante l’asilo-nido comunale «La coccinella». Un contagio avvenuto fuori dall’ambiente scolastico, ma per il quale si sono attivati i protocolli specifici. L’altro ieri l’usl 5 ha eseguito in tutto 18 tamponi: nove ai familiari della bimba e ad amici di famiglia l’altro ieri. Ieri, invece, sottoposti a tampone sette bimbi del nido e due educatori, frequentanti la stessa sezione della piccola contagiata . I risultati sono attesi per oggi.
Dal bollettino sanitario di ieri c’è positivo anche un bambino di 8 anni del Basso Polesine. Non aveva iniziato la scuola, asintomatico prosegue l’isolamento domiciliare. E ancora una donna 56enne di origini ucraine, residente nel capoluogo, in isolamento dopo il rientro da un viaggio nel suo Paese di origine con sintomi, è stata ricoverata in Malattie Infettive a Rovigo. Sono 40 i decessi totali per Covid da inizio epidemia. E all’ospedale «Covid» di Trecenta 21 i ricoverati.