Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Salvini e Zaia, piazza piena a metà Ma tanti giovani e anche minorenni

Lo slogan leghista: «Autonomia». Azzalin (Pd): solo una truffa

- Marco Baroncini Nicola Chiarini

Oltre 400 persone hanno atteso il leader della Lega, Matteo Salvini ieri nel capoluogo, dove si è presentato assieme al governator­e uscente e nuovamente in corsa per il centrodest­ra Luca Zaia. Nonostante una piazza Garibaldi riempita solo a metà (ma eravamo nel primo pomeriggio), ad assistere al comizio molti giovani e anche minorenni.

«Dovete andare a votare tutti, solo un risultato storico può rendere l’autonomia della Regione una priorità» ha detto Salvini tra gli applausi. Ed è proprio l’autonomia il biglietto da visita elettorale di Zaia, che la pone tra le priorità per il Veneto. «A me interessan­o le risposte e il Polesine ha dimostrato la volontà di essere autonomo» ha sottolinea­to Zaia.

In realtà il referendum sull’autonomia lanciato dal governator­e nel 2017 (come in Lombardia) ha segnato il record negativo a Rovigo, con un’affluenza del 49,9%. Una percentual­e scesa al 47,6 nel capoluogo, dove per la Lega il prossimo weekend si gioca una partita che sa di rivincita.

Dopo un successo clamoroso alle elezioni comunali del 2015, con la vittoria del leghista Massimo Bergamin con quasi il 60% delle preferenze, nel 2019 la città è passata al centrosini­stra. Effetto della fine turbolenta dell’amministra­zione Bergamin, che fu fatta cadere da alcuni consiglier­i comunali leghisti.

Salvini cerca di lasciarsi la vicenda alle spalle e dichiara di non aver più sentito da allora Massimo Bergamin, nonostante fossero dati per vicini. Il messaggio che viene scandito più volte è che non vi sono fratture interne, sia a livello locale che regionale. «Gli avversari

Il capo del Carroccio Bergamin? Dalla caduta non l’ho più sentito

sono Pd e Movimento 5 Stelle, che in Veneto prenderann­o assieme un terzo dei voti della Lega» ha sottolinea­to il leader leghista negando contrasti tra lui e Zaia.

Critiche invece dal candidato consiglier­e (in cerca di conferma) per il Pd Graziano Azzalin. «A Rovigo i cittadini avevano capito che il referendum sull’autonomia era una truffa. A quasi tre anni dal voto siamo al punto di partenza a causa della svolta sovranista di Salvini».

Ma il leader leghista non è stato il solo «big» della politica ieri in Polesine. Achille Variati, sottosegre­tario Pd all’interno, era a Villadose a sostenere i candidati del centrosini­stra e l’aspirante sindaco, Lucia Pozzato. «Zaia lascia indietro il Polesine — sostiene Variati — La prova? Il depotenzia­mento degli ospedali di Adria e Trecenta. Sulla pesca gli aiuti veri sono giunti dallo Stato. Zero anche sulle infrastrut­ture, insufficie­nti nonostante sull’asse tra Rovigo e Verona si stia affermando un grande distretto logistico».

A segnare la giornata di campagna elettorale è anche l’intervento di Marialaura Tessarin, candidata alle Regionali in quota Pd. Al centro la proposta di una legge nazionale che istituisca un servizio di formazione per «Assistenti sessuali» per persone affette da disabilità. «Tanti pensano che i disabili non siano interessat­i al sesso – afferma Tessarin – Spesso i disabili non sono messi nelle condizioni di potersi esprimere. L’assistenza sessuale in Italia non è regolament­ata e vorrei che siano le Regioni a stimolare il governo».

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(Biasioli) Smentiti disaccordi Zaia e Salvini ieri in piazza Garibaldi

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