Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ovs, semestre nero: «Bene però dopo le riaperture»
Vendite nette a 375 milioni, in calo del 42%, equivalenti a 275 milioni in meno dei 650 nel primo semestre di un anno fa, per Ovs, gruppo veneto dell’abbigliamento guidato da Stefano Beraldo, e una perdita di esercizio per 75,9 milioni che si contrappone al risultato positivo per 5,3 milioni rilevato nel periodo 1. febbraio-31 luglio dello scorso anno (l’esercizio per Ovs si chiude al 31 gennaio). Sono i principali contenuti della relazione approvata ieri dal cda, che rileva tuttavia che «dalla data di riapertura dei punti vendita, avvenuta il 18 maggio, il traffico nei negozi è progressivamente aumentato, dimostrando ancora una volta il ruolo di punto di riferimento per i consumatori italiani ricoperto da entrambe le insegne, Ovs e Upim». Confrontando gli andamenti a parità di giorni di apertura, sostiene il board, «la performance sulle vendite è risultata allineata al 2019 nonostante il periodo di saldi sia stato spostato da luglio ad agosto». Nel gruppo, il marchio Upim ha registrato una flessione delle vendite «leggermente inferiore a quello di Ovs (-37% a 75,2 milioni) per effetto della maggior presenza in piccole aree di attrazione e, dall’altro, di una minor presenza nei centri città più grandi, penalizzati da una minor affluenza per la chiusura degli uffici e il calo del turismo». L’azienda ripone fiducia sul canale online: «Già oggi – riferisce Beraldo disponiamo di piattaforma, contenuti, servizi, tali da rappresentare lo stato dell’arte. Puntiamo per il 2020 a realizzare circa 12 milioni di fatturato nel solo sito ovs.it, +50% sull’anno precedente. Numeri contenuti in valore assoluto ma coerenti con la nostra estesa distribuzione territoriale. La nostra strategia multicanale e multi area geografica ci pare tanto più interessante quanto più in linea con l’evoluzione nei comportamenti dei consumatori nel post Covid: non solo più digitale, ma anche più consumi di prossimità».