Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La Provincia senza soldi per chiudere il Consvipo
Il presidente Dall’ara fautore dell’operazione: immobili invenduti, introiti mancati
La Provincia non ha i soldi per pagare le somme dovute per la chiusura del Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo). Ieri il presidente Ivan Dall’ara ha convocato un incontro con i 10 consiglieri (assenti Ilaria Paparella, Valeria Mantovan, Antonio Laruccia, Roberto Pizzoli) in vista del riequilibrio di bilancio entro il 30 novembre. Il pareggio dovrebbe essere assicurato dalla vendita di palazzi di proprietà che, però, non trovano acquirenti. La Provincia ha il 45% delle quote Consvipo ed è socio di maggioranza relativa dell’agenzia pubblica di programmazione economica territoriale, di cui è stata decisa la chiusura, con la prospettiva che gli 8 dipendenti vengano trasferiti alla partecipata As2.
«Le nostre difficoltà economiche non intaccheranno la cessione del ramo d’azienda» sostiene Dall’ara che spera di arrivare a compensazione, cedendo al liquidatore la sede Consvipo, 1,4 milioni di euro di valore stimato.
Un lodo arbitrale ha stabilito che la Provincia debba pagare al Consvipo 264.970 euro non versati per la quota associativa 2017. Un parere che, esteso ai mancati versamenti 2018 e 2019, espone Palazzo Celio per quasi 800 mila euro. Mercoledì prossimo Dall’ara ha riconvocato i consiglieri sul punto. Sul tavolo, sempre ieri, il mancato rilascio di 40 nuovi permessi ai pescatori del Consorzio di Scardovari, richiesti da mesi. Dal direttore generale della Provincia Maria Votta Gravina è giunto il no per motivi tecnici. «Esiste una graduatoria dei permessi del 2018 — spiega Dall’ara — convalidata dalla Provincia a cui i pescatori possono far riferimento. Una nuova graduatoria per il 2020, non è possibile approvarla per l’assenza di regolamenti aggiornati, a meno che il consiglio provinciale, che è sovrano, ne faccia richiesta».