Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Maltempo e alta marea: domani si alza il Mose Brugnaro: test importante
Maltempo in tutta la regione, sabato si sollevano le dighe mobili in laguna Polemiche in città per l’assenza di collaudi: «E se qualcosa andasse male?»
Allerta meteo in tutto il Veneto e acqua alta annunciata per domani mattina a 135 centimetri. Così domani si alzano le paratoie del Mose. Polemiche in città per l’assenza di collaudi mentre Brugnaro dice: «È un test utile». Furibondi gli albergatori veneziani alle prese con una pioggia di disdette legate proprio al maltempo.
Le previsioni meteo per domani non si smuovono: il Centro maree parla di 135140 centimetri a mezzogiorno, il Provveditorato alle opere pubbliche di 130-135, l’ispra di 134. Ma tra oggi e domani il problema meteo riguarderà non solo l’acqua alta di Venezia, ma l’intera regione: l’arpav prevede infatti «un intenso episodio sciroccale con precipitazioni estese e persistenti su zone montane e pedemontane, anche molto abbondanti specie su Prealpi e Dolomiti meridionali» e neve sopra i 2300 metri.
Tutti gli occhi però sono puntati su Venezia, anche perché per la prima volta potrebbe essere chiuso il Mose a protezione della città, dopo 17 anni di cantieri dalla posa della prima pietra il 14 maggio 2003 e tre test negli ultimi tre mesi, seppur in condizioni di mare piatto. La nuova procedura di sollevamento in emergenza approvata dal Provveditorato prevede infatti che il «bottone rosso» venga premuto quando la previsione è superiore a quota 130 centimetri, mentre nella gestione ordinaria sarà a 110. «È l’occasione buona per aprirlo, a prescindere dal fatto che la marea sia 140, 130 o 120 - ha detto ieri il sindaco Luigi Brugnaro - Sarà un test importante: vedremo come funziona in presenza di una mareggiata con vento di scirocco, quella che chiamiamo “sciroccata”. E poi sarebbe una giornata perfetta, perché di sabato ci sono meno navi che arrivano in porto e il picco sarà di giorno. Sarà importante anche veta dere come funzionerà il sistema di comunicazione tra gli enti». In realtà proprio il fatto che la procedura preveda la quota di 130 per far scattare l’alert dovrebbe escludere sollevamenti a quote minori. L’ultima previsione a far fede sarà sei ore prima dell’evento, quando la Capitaneria di Porto diramerà lo stop del traffico navale, che dovrà avvenire entro due ore. Fino a tre ore prima è possibile stoppare tutto in caso di un repentino miglioramento del meteo, ma è un’ipotesi improbabile una volta che la «macchina» del Mose sia stata avviata.
Domani l’ora X saranno le sei di mattina. Le dighe potrebbero essere sollevate a partire dalle 8, quando la marea sarà entrante: l’operazione dovrebbe essere completata in 50 minuti, come nel test dello scorso 11 settembre, ma in via cautelativa il tempo previsto è di due ore. Proprio dal tempo di sollevamento, oltre che ovviamente dalla velocità di salita della marea, dipenderà il livello dell’acqua che resterà all’interno della laguna: se il Mose sarà lento e la marea rapida, il dislivello con il mare potrebbe essere di pochi centimetri, ma l’obiettivo è di tenere in laguna una quodi 110 centimetri, con la quale la città si allagherebbe solo in alcune zone (compresa, però, piazza San Marco, che è uno dei punti più bassi). «Così si potranno evitare dei danni», spiega il provveditore Cinzia Zincone, che con il commissario «sblocca cantieri» Elisabetta Spitz ha deciso che fosse giunto il momento di mettere in azione il Mose, affidando l’operazione al Consorzio Venezia Nuova dei commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola. «Restano comunque dei test di funzionalità», mette però le mani avanti Zincone. Le dighe resteranno su fino a quando il livello dell’acqua tra mare e laguna non diventerà lo stesso: a quel punto nel giro di mezz’ora saranno calate e rientreranno nei cassoni di calcestruzzo. Quando la laguna sarà isolata, però, non sarà un tranquillo catino: pioggia, fiumi, l’acqua che passa tra una paratoia e l’altra (ci sono pochi centimetri di «lasco»), ma soprattutto il vento possono aumentare la quota interna.
C’è attesa, ma anche polemiche. «Sarà una prova senza collaudo - attacca il consigliere comunale civico Giovanni Andrea Martini - C’è da sperare che tutto funzioni, altrimenti che cosa può accadere? Qualcuno ce l’ha detto? La cittadinanza ne sa qualcosa?». «I cittadini verranno informati? Con quali modalità e tempistica», chiede invece in una lettera aperta il Forum Futuro Arsenale. Mentre le segreterie di Fenea-uil, Filca-cisl e Fillea-cgil chiedono un incontro urgente ai commissari Fiengo, Ossola e Spitz per definire quanto personale sarà coinvolto per i sollevamenti e con che modalità. L’associazione veneziana albergatori ripropone invece la vecchia polemica dell’immagine all’estero di Venezia con l’acqua alta. «Le previsioni spaventano i turisti e gli alberghi hanno ricevuto le prime cancellazioni - spiega l’ava - Bisogna ricordare che l’acqua alta è un fenomeno ordinario e passeggero e che la quota data è quella rispetto al medio mare. non il dato reale in città».