Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Mascherine all’aperto» Padova anticipa il governo
Covid, dopo il «no» del governatore, l’allungo della Città del Santo
Mascherine anche all’aperto? Zaia venerdì aveva detto no ma il sindaco Giordani annuncia una propria ordinanza. Che potrebbe essere superata dal nuovo Dpcm. Scuola, soddisfazione per i test veloci ma mancano ancora docenti.
Fino a giovedì scorso, era soltanto un’ipotesi. Ieri, invece, è diventata una certezza, pronta a diventare realtà domani o al massimo martedì, se nel frattempo il governo o la Regione non si saranno già mossi in tal senso. Il sindaco di centrosinistra Sergio Giordani, primo cittadino di Padova ha intenzione di firmare un’ordinanza per reintrodurre l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, senza distinzione di giorni né di orari. Il contatore dei nuovi contagi continua a macinare anche se non ha ancora toccato vette allarmanti. «Eppure cresce», deve aver pensato il sindaco nonostante la reintroduzione della mascherina all’aperto sia stata nettamente derubricata dal governatore Luca Zaia come «non all’ordine del giorno». D’altro canto, il premier Giuseppe Conte dovrebbe riproporre le mascherine en plein air con un nuovo Dpcm mercoledì. Giordani, però, vuol giocare d’anticipo: «Cari padovani - ha detto ieri - negli ultimi mesi abbiamo fatto molto per proteggerci dal coronavirus. Anche grazie a voi che avete sempre dimostrato responsabilità e buonsenso. Per ora la situazione è gestibile, ma non dobbiamo nasconderci che ci aspetta qualche altro mese di dura lotta per evitare l’arrivo di una seconda ondata». Toni gravi che annunciano il provvedimento in solitaria, nel caso sfumasse l’ipotesi Dpcm. «Se non freneremo i contagi prima che si impennino, vincerà il virus e perderemo tutti. Ed ecco perché, se nelle prossime ore non verranno assunte dal governo o dalla Regione quelle misure per regolare in maniera ancora più stringente l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, - spiega Giordani - sarò io a firmare un’ordinanza per imporre l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Come sindaco infatti il mio primo dovere è quello di tutelare la salute dei padovani. Il tutto, ovviamente, senza generare allarmismi ingiustificati, ma sapendo bene che prudenza e prevenzione rappresentano la via maestra per uscire al più presto dal tunnel». Parole accompagnate da una constatazione: «In queste settimane, per fortuna, Padova è tornata a popolarsi, questa ritrovata libertà va gestita con estrema coscienza e senza leggerezze».
Nel frattempo, la nuova ordinanza regionale che «semplifica» il protocollo di tracing nel mondo della scuola con l’introduzione dei tamponi veloci viene accolta con un (quasi) unanime sospiro di sollievo dai dirigenti scolastici. Monica Guaraldo, preside del Majorana-corner di Mirano, nel Veneziano, si trova a gestire quasi 1.500 studenti e, fino ad ora, ha avuto un solo studente positivo ma l’intera classe e cinque docenti risultati negativi in seguito al protocollo standard dei tamponi molecolari. Giorni persi di didattica in presenza: due. «La velocizzazione prevista dalla nuova ordinanza - spiega
Guaraldo - è molto positiva, dà valore al tempo-scuola, insomma, i tamponi veloci ci semplificano la vita. È fondamentale difendere il rientro a scuola, i ragazzi non vedevano l’ora di rientrare, tanto che la mia scelta di imporre la mascherina per tutto il tempo che si trascorre a scuola è stata accettata di buon grado». Da lunedì, al Majorana-corner partirà l’orario definitivo seppur con ingressi (e uscite) scaglionati con uno sfasamento di un’ora già comunicato alle aziende di Tpl ma sono in tanti a dover ancora coprire le tante cattedre vacanti. Ne sa qualcosa Carmela Palumbo, direttore dell’ufficio scolastico regionale, alle prese con un fuggi fuggi di docenti con pochi precedenti. «Se le nuove norme rapide anti Covid a scuola sono assolutamente positive, riducendo le quarantene - spiega Palumbo - stiamo assistendo a un mare di rinunce dopo le convocazioni. Stiamo raschiando il fondo del barile... dovremo passare alle graduatorie d’istituto e alle Dad, neo laureati non inseriti in alcuna graduatoria che si mettono a disposizione. A determinare questa situazione la nuova modalità delle graduatorie ma anche la possibilità di scegliere, seppur a fronte di una cattedra nella propria provincia, di accedere all’organico del “personale Covid” magari più vicino a casa. Per questo personale aggiuntivo abbiamo un monte risorse di 112 milioni ma finora si sono stipulati contratti di supplenza per 2,9 milioni soltanto». Non piace la nuova ordinanza «rapida» ai sindacati. Sandra Biolo, Cisl Scuola: «Per carità, più controlli ci sono a scuola e meglio è, ma stiamo scaricando sulle spalle dei dirigenti scolastici la responsabilità di accettare il rientro di un ragazzo sulla base dell‘autocertificazione dei genitori...».
” Giordani
Padova torna a popolarsi, questa ritrovata libertà va gestita con estrema coscienza