Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sarah che vive con la Luna
I vigneti del nonno da curare, l’idea di vendemmiare nella notte di plenilunio Ora alla raccolta partecipano in centinaia. È il vino? «Ha un sapore unico»
Èla luna piena a scandire i tempi della vendemmia. Accade ai piedi della Foresta del Cansiglio, nella parte più settentrionale delle colline del prosecco. Su un cucuzzolo, che non a caso si chiama Col de Luna, la notte del plenilunio di fine estate si raccoglie l’uva e si celebra una festa che richiama le antiche tradizioni del mondo contadino.
Vendemmiare di notte, rischiarati dall’astro che splende nel cielo al massimo della sua luminosità, è un’esperienza suggestiva, ma è anche il segreto per ottenere un vino dal sapore unico. Ne è convinta Sarah dei Tos, giovane imprenditrice vinicola dal sorriso contagioso, che ha deciso di lasciarsi guidare dai moti dell’affascinante corpo celeste: «Il prosecco che produco con le uve raccolte di notte durante il plenilunio è molto diverso rispetto a quello che nasce dalla vendemmia realizzata lo stesso giorno, ma durante le ore diurne: è più floreale, aromatico, inoltre la bassa temperatura notturna preserva i profumi dell’uva che entra in cantina più sana, del resto il mondo agricolo è da sempre attento al calendario lunare. Da bambina accompagnavo mio padre nei boschi ed ero impressionata dal fatto che per ottenere il legno migliore i tronchi degli alberi venissero tagliati solo con una determinata luna, perciò ho pensato che questo valesse anche in viticoltura».
Sarah si definisce una persona «scientifica» ma anche molto aperta a ciò che è inspiegabile, spirituale. Sulla razionalità ha strutturato la propria formazione universitaria laureandosi in Economia presso l’università Bocconi e specializzandosi poi in Inghilterra, ma ciò non le ha impedito di coltivare l’innata sintonia con le forze misteriose della natura delle su prealpi venete.
A soli 24 anni prende in mano i vigneti del nono paterno situati a Cozzuolo di Vittorio Veneto, su un’altura che gli anziani chiamavano Col de Luna perché, dicevano, consentiva una visione ampia e vicina del satellite (nomen omen, direbbero i latini: un nome, un destino). Dopo la prima vendemmia organizzata da sola e facendo notizia per aver reclutato i lavoratori su Facebook, inizia a valutare l’idea di passare dalla viticoltura convenzionale a quella biologica. «Ho trovato grandi resistenze, mi dicevano che qui il biologico era difficile, ma abitando tra i vigneti volevo evitare l’uso dei trattamenti chimici per la salute dei miei familiari e degli ospiti del piccolo agriturismo che nel frattempo stavo ricavando da una vecchia cascina. Quando finalmente la conversione biologica è iniziata ho visto la vigna trasformarsi, quasi fosse un essere umano che dopo aver preso gli antibiotici si depura e ritrova il suo equilibrio. Oggi il vino che produco è tutto certificato bio”. Sarah ha inoltre fondato il nuovo consorzio #Bio per facilitare la diffusione delle tecniche biologiche e biodinamiche: nell’ambiente del prosecco è una piccola, grande rivoluzione, annunciata durante la penultima vendemmia notturna, ormai divenuta un vero e proprio evento che richiama centinaia di persone tra cui volti noti del mondo dello spettacolo come il cantante Red Canzian, l’attrice Sandra Milo e il conduttore televisivo Massimiliano Ossini. Alcuni ospiti hanno potuto vivere l’emozione di dormire in una botte. «Ho trasformato due botti per l’affinamento del vino in comode stanze completamente attrezzate e le ho chiamate le Lunotte. Poi ne ho aggiunta un’altra adibendola ad enoteca, anzi Lunoteca».
Insomma il corpo celeste è ormai il marchio della sua attività, ma non si tratta solo di marketing. Sarah ha studiato per cultura personale testi di scrittrici, come Miranda Gray, che ripercorrendo i miti delle civiltà antiche considera la Luna il simbolo della donna e promuove la riscoperta della dimensione spirituale dell’energia femminile. Ha perciò introdotto nel suo agriturismo corsi e sedute di meditazione, ma ha in calendario anche convegni strettamente scientifici sulla natura dei pianeti. La girandola dei suoi progetti è vorticosa: «Non riesco proprio a stare ferma, amo la sensazione di poter creare qualcosa di nuovo ogni giorno. Ho fatto esperimenti sulla buccia dell’uva che una volta essiccata e macinata diventa una farina bio, perciò la uso per produrre biscotti, pane, sfogliette e focaccia pasquale. Ora sto studiando un aperitivo bitter biologico, uno spritz agricolo, che mi piacerebbe lanciare nelle grandi città». Sguardo spalancato sul futuro quindi, ma ad intervista quasi conclusa Sarah torna al passato e apre una porta tanto privata quanto illuminante.
«Mia nonna materna era molto particolare, veniva considerata un po’ la streghetta di famiglia perché aveva sogni premonitori, leggeva la mano e le carte. Lo faceva in modo giocoso, senza darvi troppo peso, ma quasi sempre le sue intuizioni si avveravano. Io ero incantata da tutto ciò, avevamo un forte legame, per me era molto più di una nonna e la sua scomparsa, anni fa, è stata una prova molto dura.
A nonna Bruna il magico mondo che Sarah ha saputo creare piacerebbe tantissimo. La luna è lassù, ma è anche nel sangue.
Il prosecco della notte è diverso: è più floreale e aromatico La bassa temperatura preserva l’uva