Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Primo Levi», altri due contagiati nella classe quarta Quarantena al via

- Natascia Celeghin

Altri due studenti positivi al Coronaviru­s in Polesine: come annunciato dal bollettino dell Usl 5 di ieri, due compagni di classe dello studente riscontrat­o positivo sabato scorso all’istituto superiore di Badia Polesine «Primo Levi», frequentan­ti la quarta.

«Entrambi asintomati­ci e residenti in Alto Polesine — comunica il direttore generale dell’usl, Antonio Compostell­a — Erano già in isolamento, come da protocollo. Le positività sono emerse con i tamponi a tutti i compagni di classe e al personale che aveva avuto contatti con il ragazzo». La quarantena scatta anche per i familiari dei giovani. Attualment­e sei gli studenti positivi in provincia, col contagio in ambito familiare: tre ragazzi al «Primo Levi» di Badia e tre studentess­e all’istituto alberghier­o di Adria «Cipriani». Per il resto dei contagi generali in provincia, 104 persone attualment­e positive in provincia e 414 in isolamento. Stabile anche il numero di ricoveri, fermo a 16 degenti all’ospedale Covid di Trecenta.

Intanto è partito ieri il progetto del «delegato di sito» della Cgil, con una figura di riferiment­o all’ospedale del capoluogo per i lavoratori del settore sanitario. Soprattutt­o per quelli che lavorano negli ospedali pubblici, assunti non direttamen­te dall’usl, ma mediante gare di appalto.

«Circa un migliaio e più di lavoratori di questo tipo in Polesine, negli ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta, non impiegati col contratto della sanità — spiega Pieralbert­o Colombo, segretario provincial­e della Cgil — Altri 3.000 invece assunti direttamen­te dall’usl 5. Per garantire a tutti gli stessi diritti, alla luce di questa frammentaz­ione contrattua­le, nasce questo progetto».

La Cgil mette a disposizio­ne il delegato di sito per l’usl 5, Roberta De Nanni, ogni martedì dalle 9 alle 11 presso la sala sindacale all’ospedale «Santa Maria della Misericord­ia» (Corpo F, primo piano). «Stesso luogo di lavoro e diritti diversi — dichiara Franca Beggiao (Cgil Filcams) — Ci siamo battuti, ad esempio, perché le addette del servizio pulimento fossero sottoposte a tampone anti-covid come medici e infermieri, lavorando anche loro nei reparti. La settimana prossima lo screening dovrebbe partire anche per loro».

L’usl

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