Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Neonato morto in ospedale L’usl decide per l’autopsia
Il piccolo deceduto per aver ingerito meconio. Oggi l’esame sul corpo
Un’autopsia interna, d’iniziativa dell’usl. L’ha deciso l’azienda sociosanitaria polesana per far chiarezza sulla vicenda del neonato deceduto poche ore dopo il parto avvenuto l’altro ieri in ospedale nel capoluogo.
Il bimbo, figlio di un muratore moldavo e di una colf connazionale di 24 anni che abitano in Polesine da tempo, è morto per un insufficienza respiratoria dovuta alla cosiddetta «Sindrome da aspirazione di meconio».
Il meconio è il materiale fecale contenuto nell’intestino del feto, espulso generalmente nelle 24 ore successive al parto. Di rado, purtroppo, accade che il meconio esca mentre il feto è nel grembo. In quel caso il neonato ingerisce liquido amniotico sporco, con conseguenze gravi o gravissime per i polmoni e quindi la respirazione.
L’altro ieri il bimbo, nato attorno alle 13.30 con parto naturale dopo che la gravidanza — la prima — non aveva dato problemi alla giovane ormai quasi alla quarantunesima settimana.
Come spiegato dal direttore sanitario dell’usl 5 «Polesana», Edgardo Contato, «il pediatra prima e poi l’anestesista hanno eseguito tutte le manovre del caso, constatando la grande sofferenza del neonato che aveva ingerito il meconio. Il bimbo è stato intubato, sottoposto a lavaggi polmonari e ventilato. Fatti anche esami diagnostici come l’emogasanalisi sia sul sangue del feto che del cordone. Attivata anche la Terapia neonatale dell’ospedale di Padova, dove il bimbo è stato trasferito in ambulanza alle 17.45». Ma ormai non c’era più niente da fare e, poco dopo, è sopraggiunto il decesso.
Secondo Contato «tutte le verifiche interne e la valutazione del percorso su come sia stato gestito sono già state compiute. La nostra impressione è che sia stato fatto tutto quello che si poteva fare. Adesso attendiamo i risultati dell’indagine autoptica che abbiamo richiesto autonomamente».
L’autopsia dovrebbe essere eseguita già oggi. Al momento la Procura non ha aperto un fascicolo sull’accaduto. «Siamo vicini alla madre, al padre e a tutta la famiglia — conclude il direttore sanitario dell’usl 5 — anche con l’assistenza che sarà necessaria ai genitori».